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CREMONA, ALLA FIERA INTERNAZIONALE DEL BOVINO DA LATTE SI DECIDE SULLA PROGRAMMAZIONE PRODUTTIVA DELLE NOSTRE SPECIALITÀ LATTIERO-CASEARIE

“Sarà sui formaggi a denominazione di origine protetta che l’Italia, in un futuro che è già alle porte, si giocherà la partita più importante a livello mondiale. Quella della competitività”.

Parola di Tommaso Mario Abrate, presidente del settore lattiero-caseario di Fedagri-Confcooperative. Insieme a Paolo De Castro, presidente della Commissione agricoltura al Parlamento europeo, Abrate sarà uno dei relatori al convegno in programma alla prossima edizione della Fiera Internazionale del Bovino da Latte, che CremonaFiere ospiterà dal 28 al 31 ottobre prossimi. 

“Riforma della Pac: programmazione produttiva dei formaggi DOP. Risorse post 2013.” è il titolo dell’incontro che si svolgerà alle ore 15 di venerdì 29 ottobre presso la Sala De Carolis della struttura fieristica cremonese.

“Con la presentazione da parte della Commissione europea delle proposte legate alla riforma della Pac post 2013 – spiega Abrate – il comparto lattiero-caseario italiano dovrà affrontare regole produttive e di mercato sempre più sfumate, tarate sulle esigenze delle cosiddette commodities e dei grandi Gruppi internazionali: non è certo un caso che le reti di sicurezza previste dalla Ue interessino solamente burro e latte in polvere. Nonostante una realtà produttiva e di trasformazione particolarmente frammentate, la grande risorsa italiana è rappresentata dai suoi 38 formaggi Dop, un autentico elemento di prestigio del made in Italy che può giocare i suoi assi migliori nella partita della competitività internazionale solo attraverso una adeguata organizzazione e uno sfruttamento, se così vogliamo chiamarlo, intelligente”.

Per Abrate questo concetto ha una sola declinazione: programmazione produttiva.

“I formaggi italiani a denominazione di origine protetta – continua – vengono realizzati nel rispetto di regole molto severe e con circa la metà del latte prodotto nel nostro Paese. Un’azione che bilanci realisticamente la domanda con l’offerta non solo continuerà a garantire standard di qualità sempre molto elevati, ma sarà anche in grado di assicurare una maggiore redditività ai produttori e arginare al contempo quegli episodi di agropirateria che spesso sono al centro di episodi di cronaca non solo nazionale: non a caso, anche nell’agroalimentare, l’Italia è il paese più imitato al mondo”. Il presidente del settore lattiero-caseario di Fedagri non dimentica che la tradizione del Belpaese in fatto di formaggi non vanta solo le dop, bensì numerose altre produzioni di non minor qualità. “Sarebbe sbagliato parlare di questi formaggi, qualcosa come 450 esemplari diversi, come di prodotti figli di un dio minore – riflette – le loro origini, il loro legame al territorio ne fanno alimenti di valore rispetto ai quali va garantita una tutela che, a mio avviso, può essere assicurata indicando in etichetta l’origine della materia prima impiegata, un’iniziativa che fornirebbe tra l’altro un’informazione ancora più trasparente ai consumatori”.

Abrate è convinto che questa sia la strada maestra per competere in un mercato che la globalizzazione ha reso e renderà sempre più competitivo. “In Paolo De Castro sappiamo di avere un valido e attento interlocutore – conclude – e per quello che ci riguarda lavoreremo senza sosta affinché questo diventi l’obiettivo voluto da tutte le organizzazioni che tutelano il comparto lattiero-caseario italiano”.

 

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