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Concluso il convegno dall’Associazione Donnedamare, per l’impresa balneare

Si è tenuta oggi pomeriggio la tavola rotonda dal titolo “Diritti dei concessionari balneari e tutela dei diritti fondamentali nell’Unione Europea” organizzata dall’Associazione “Donnedamare, per l’impresa balneare”, in occasione della seconda giornata di Sun, il Salone Internazionale dell’Esterno, in programma fino a domani sabato 25 ottobre.

Presenti all’incontro Bettina Bolla, presidente dell’Associazione e organizzatrice dell’appuntamento, Ezio Filippucci – consigliere FIBA-Confesercenti, moderatore, il sindaco di Riccione Renata Tosi, gli avvocati Roberto Righi ed Ettore Nesi che hanno fatto il punto sulla questione delle concessioni balneari, alla luce delle recenti evoluzioni della vicenda, rispondendo alle numerose domande del pubblico presente in sala.

Alla luce delle ultime notizie sulla proroga delle concessioni demaniali marittime dal 2015 al 2020, messa in dubbio da una sentenza del Tar Lombardia che rimette la questione in mano alla Corte di Giustizia Europea e della proposta di legge del sottosegretario Gozi e del ministro Lanzetta che prevede la messa all’asta delle spiagge già dal 2017 (e non dal 2020) e l’assegnazione delle stesse a chi propone gli investimenti maggiori, gli avvocati hanno cercato di fare un po’ di chiarezza sulla delicata tematica.

“Dal 2006 il nostro ordinamento ha dato un’interpretazione estensiva della direttiva Bolkestein ritenendola  applicabile anche agli stabilimenti balneari, con la conseguenza che tutti gli stabilimenti dovrebbero essere messi a gara” – spiega l’avvocato Ettore Nesi.

In base a quanto indicato nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, detta anche Carta di Nizza, i proprietari di stabilimenti balneari non possono essere espropriati dai loro immobili in quanto proprietari a tutti gli effetti, a meno che non vi sia un evidente interesse pubblico sul suolo demaniale occupato. – ha continuato, applauditissimo ,Nesi – aggiungendo  che questo viene avvalorato dal fatto che gli stabilimenti balneari risultano iscritti al catasto, differentemente da chioschi o baretti da spiagge, spesso erroneamente confusi con gli stabilimenti balneari.

Se non si dovesse trovare una soluzione per i concessionari demaniale sembra profilarsi l’espropriazione senza indennizzo del compendio aziendale.

Nel corso dell’incontro è intervenuto anche Cristiano Tomei, presidente CNA Balneatori, che ha sottolineato la necessità di “fare una breccia giuridica” e rimettere al centro della politica e all’attenzione dell’opinione pubblica, il valore delle migliaia di imprese del settore.

Nel suo intervento il sindaco di Riccione Renata Tosi ha avanzato la proposta di far includere il patrimonio demaniale in quello urbanistico, ridisegnando in tal modo i confini urbanistici e riconoscendo pertanto il giusto valore al settore balneare.

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