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CARRARA, TREND POSITIVO PER L’EXPORT DI MARMI ITALIANI

Nel periodo gennaio aprile del 2011 l’export dei marmi italiani ha mantenuto un trend positivo sui valori, grazie soprattutto ai lavorati, mentre le quantità esportate sono stabili nel confronto con lo stesso periodo del 2010. Lo rende noto l’Internazionale Marmi e Macchine Carrara che ha elaborato, come di consueto, i dati nazionali sulle statistiche fornite dall’Istat dalle quali emerge che l’Italia ha esportato, nel primo quadrimestre del 2011, un milione e 233.628 tonnellate di materiali grezzi e lavorati per un valore di 482 milioni e708.241 euro, senza grandi variazioni nelle quantità ma con un considerevole aumento del valore che ha fatto segnare un +9%.
Restringendo l’analisi alle voci più importanti che comprendono solo marmi e graniti grezzi e lavorati l’export (depurato delle voci relative a granulati, polveri e ardesie) è di 897.305 tonnellate per un valore di 462 milioni e425.685 euro, con un -0,3% nelle quantità ed un + 9,1% nei valori sottolineando così il trend che vede aumentare i valori medi dell’esportato anche in presenza di una contrazione delle quantità.
Il 2011 mantiene ancora, a tutto il mese di aprile, un trend positivo a livello nazionale anche se occorre tenere sotto controllo il comportamento di alcuni mercati.
È comunque importante sottolineare che è in aumento il valore medio per tonnellata di materiali lavorati esportati: secondo le elaborazioni di IMM siamo di fronte ad un +22,5% per i marmi ed al +3,2% per i graniti (vedere tavola allegata).
Continua a crescere anche l’export dei grezzi e semigrezzi (soprattutto i marmi e i travertini, che sono prodotto nazionale importante) che si somma alla specificità dei lavorati di pregio a sottolineare che la competitività dell’industria nazionale è da individuare soprattutto in questo segmento. Anche i graniti lavorati hanno avuto un buon andamento, anche se su numeri più contenuti con un export rivolto per quasi la metà verso l’Unione Europea che comprende mercati tradizionali e abituali come la Germania oltre a Francia, Regno Unito e Austria per quantità più modeste. Nell’Europa non comunitaria è ancora in crescita la Svizzera (sempre molto importante) ma anche gli Stati Uniti, che sono ancora il maggior acquirente per questa tipologia, mostrano un leggero recupero su base annua.
La speranza del comparto è che le attuali difficoltà di sistema non abbiano ripercussioni pesanti e consentano di mantenere il trend in atto da diversi mesi che ha permesso un recupero rispetto ad anni difficili come il 2008 e il 2009.
Tornando ad analizzare i flussi dell’export di marmi lavorati, che sono elemento caratterizzante delle imprese che operano nei comprensori di estrazione, paesi come Germania, Francia e Regno Unito si mantengono fra i migliori partner per i lavorati di marmi e travertini nell’area comunitaria sempre con valori medi elevati ed in aumento. La rilevazione si estende anche a paesi come la Russia con i suoi 9 milioni e mezzo di euro, +11,7% in valore su aprile 2010.
Gli USA sono oggi il nostro miglior cliente di marmi lavorati, seppure con le quantità in leggera discesa, mentre tengono bene i valori medi e salgono i valori assoluti: con oltre 33 milioni e mezzo di euro in quattro mesi che portano ad un +1,2% su base annua nei valori con un +9,2% sui valori medi. Andamento analogo è in atto per l’Arabia Saudita, dove i volumi di marmi lavorati esportati dall’Italia scendono, ma salgono i valori e i valori medi: rispettivamente, +9,3% e +25,8%. In Estremo Oriente solo la Corea del Sud mostra segno positivo sia sui volumi sia sui valori, mentre l’India cresce solo sui secondi, e per il resto c’è un generale leggero arretramento. Positiva, infine, l’Australia anche se su livelli sempre molto contenuti.
Le importazioni italiane, riportate nella tavola allegata, (che comprendono soprattutto grezzi) sono sostanzialmente stabili: 565.417 tonnellate importate per un valore complessivo di 136 milioni 572.697 euro, con un leggero aumento dei valori (+7,5% sulle voci maggiori) e sostanziale pareggio sulle quantità. I Paesi fornitori sono quelli di sempre: sono fornitori di marmi il Portogallo, in UE, con un calo in tonnellate e un aumento in euro, e la Francia che cresce su entrambi i termini. Entrambi i paesi sono su livelli contenuti, mentre cresce la Turchia, soprattutto in quantità, si apprezza l’import dalla Croazia che, con le sue 21 mila tonnellate per 2 milioni e mezzo di euro, supera l’Iran.
Per i graniti si segnalano alcune nuove tendenze: scendono le forniture dalla Spagna, ma salgono Norvegia, Svizzera, Ucraina e Albania, nell’area europea.
In africa crescono le importazioni da Angola e Mozambico e scendono quelle da Zimbabwe e Sudafrica.
I grandi supplire dell’industria lapidea italiana restano Brasile e India ( con il Brasile in grande ascesa e con materiali costosi), confermando così indirettamente la tendenza alla specializzazione sulle fasce più alte per valore dei materiali e qualità delle lavorazioni con una selezione naturale che tende a scegliere la qualità. Nei fatti la risposta più congegnale per il settore lapideo italiano: faticosa e impegnativa, che vede restringere la platea delle imprese in grado di operare mantenendo e allargando fatturato e quote di mercato.

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