
CARRARA, ONDA D’URTO PER SOSTENERE LE IMPRESE BALNEARI E L’INDOTTO
Si prospetta come un appuntamento particolarmente affollato l’assemblea “Onda d’Urto” per sostenere le imprese balneari e le imprese dell’indotto, che si terrà domani martedì 5 marzo a CarraraFiere (sala Bernini, ore 16) nell’ambito di Balnearia, organizzata da Movimento Balneare, Mondo Balneare, Comitato Salvataggio Imprese e Turismo Italiano, Donnedamare e ITB: in pratica tutte le sigle che da anni sostengono un approccio diverso da parte del Governo chiedendo il rilascio delle concessioni delle spiagge per avere certezze sul rientro di investimenti da sostenere in tempi lunghi.
“L’appuntamento di domani – dicono gli organizzatori annunciando l’evento – è di quelli ai quali gli imprenditori balneari non possono mancare perché sono previste presenze e interventi di esponenti della politica, delle amministrazioni locali e di rappresentanti del Mondo Ambientale e Sociale. La situazione nella quale si trovano le 30mila Imprese Balneari Italiane resta molto difficile perché se è vero che una proroga di cinque anni ha portato tutte le Concessioni Demaniali Marittime al 2020, è altrettanto vero che questa non è la soluzione che può spingere le imprese ad operare con la tranquillità necessaria a programmare investimenti importanti e a lunga scadenza. Le nostre Aziende – dicono gli organizzatori di Onda d’Urto – hanno sempre investito per migliorare i servizi a disposizione dell’utenza, quei servizi che hanno fatto del nostro sistema balneare un fiore all’occhiello per il turismo italiano prima dell’applicazione che consideriamo errata della Direttiva europea che, di fatto, apre il percorso delle “Aste” che noi rifiutiamo fermamente.”
Il tema delle concessioni è ormai da anni al centro di una mobilitazione che coinvolge tutti gli attori del sistema balneare italiano che saranno a Balnearia per prendere parte ad un evento che rappresenta un’occasione di contatto commerciale per investimenti che le aziende balneari hanno sempre effettuato e che continueranno a fare “anche se gli otto anni che restano prima delle ‘evidenze pubbliche’– dicono i responsabili di Onda d’Urto – sono insufficienti per affrontare in modo adeguato il mercato. Le nostre imprese sono in difficoltà a causa di questa situazione e i mancati investimenti colpiscono prima di tutto le aziende dell’indotto, molte delle quali rischiano di chiudere se non l’hanno già fatto”.
Il problema è dunque molto complesso ed è indispensabile che sia affrontato dal prossimo governo attraverso una concertazione con l’Unione Europea che può essere perseguita dimostrando, con numeri e fatti, che le imprese e l’indotto possono essere salvati solo con investimenti e programmazione a lungo termine.