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CACCIA, PESCA E NATURA: LA PESCA OPPORTUNITA’ PER IL TURISMO BELLUNESE

Tra i numerosi elementi di attrazione che contraddistinguono il territorio della Provincia di Belluno, i fiumi, i torrenti e i laghi, ricchi di una fauna ittica molto ricercata, rappresentano ormai la meta abituale di numerosi appassionati di pesca sportiva provenienti da tutta l’Italia e dall’estero. E’ però di fondamentale importanza salvaguardare questa risorsa e dar vita ad una rete di informazioni e di servizi ricettivi in grado di accogliere nel migliore dei modi chi sceglie il nostro territorio per questa interessante forma di turismo. Sono questi, in sintesi, gli spunti e le riflessioni emerse nel corso dell’incontro su: “Pesca & Turismo in provincia di Belluno”, organizzato in occasione della recente fiera Caccia, Pesca e Natura, dall’Amministrazione provinciale e da Longarone Fiere, con la collaborazione del Consorzio Turistico Valle del Piave.
Il settore della pesca sportiva è seguito con grande attenzione dall’Amministrazione Provinciale e, come ha sottolineato l’assessore preposto alla gestione faunistica, alla Caccia e alla Pesca, Silver De Zolt, sarà presto realizzata anche la nuova carta Ittica. “L’amministrazione provinciale – ha aggiunto l’assessore nel suo intervento di apertura – è dell’opinione che sia necessario dare ampio risalto a tutto ciò che il nostro territorio dolomitico, riconosciuto patrimonio dell’Umanità, offre, sviluppando proposte turistiche ad ampio spettro. Per quanto concerne la gestione dei corsi d’acqua c’è ampia disponibilità a collaborare con i bacini di pesca soprattutto al fine di conservare al meglio la tipicità della fauna ittica”.
E anche i bacini di pesca stanno guardando sempre più all’aspetto turistico. Filippo Sitran, segretario del bacino di pesca dell’Alpago, ha sottolineato come, tra i 560 associati, i bellunesi siano soltanto la metà, mentre gli altri provengono da altre province e anche da regioni più lontane come la Lombardia e la Toscana. Un dato che, da solo, evidenzia il grande interesse per questo settore sotto il profilo turistico. Ne è pienamente consapevole anche il bacino di pesca, la cui filosofia di azione è passata da finalità connesse solo ad una cattura sicura, anche ad altri obiettivi come la conservazione della fauna ittica e la valorizzazione degli aspetti turistici legati a questa attività. E proprio a tale risultato punta il progetto che il sodalizio dell’Alpago ha recentemente messo a punto e che, rifacendosi al nome dell’antico amo forgiato a mano, è stato denominato “turistisperna-turisti all’amo”.
Anche per Endi Mussoi, consigliere del Bacino di Pesca n. 6 Maè – Piave, l’obiettivo di creare sinergia con le strutture ricettive è fondamentale così come  è importante puntare su pesci rustici e “nostrani” per non essere omologati alle altre pescherie che ci sono in pianura. Mussoi, presentando una serie di dati rilevati dal sito internet del bacino, ha inoltre rilevato il grande interesse per le tecniche di “No-kill” e “Catch & release”, che attirano pescatori specialisti della pesca a mosca e dello spinning da tutta Italia.
A parlare delle attività svolte per la promozione turistica del loro territorio sono poi intervenuti Marcello Zanantonio e Luca Donzelli del Consorzio delle Pro Loco del Centro Cadore. Questi si sono soffermati, in particolare, sulla grande manifestazione di pesca a mosca organizzata dal Club Italiano Pescatori a Mosca, che si terrà nei giorni 10 e 11 luglio nelle acque di tutto il Cadore. Un grande evento, di livello nazionale, che si è voluto legare alla valorizzazione del Cadore come zona delle Dolomiti Patrimonio dell’Umanità. Il Consorzio darà la propria collaborazione per agevolare la concessione dei permessi e per mettere a disposizione dei pescatori provenienti da tutta l’Italia adeguati servizi di accoglienza sia per il soggiorno, sia per la visita alle attrazioni ambientali e
 

storiche dell’area. Le finalità dell’evento cadorino sono poi state illustrate da Emilio Danesi, responsabile organizzativo della manifestazione. Un intervento molto importante, il suo, in quanto persona non bellunese che da anni ha scelto proprio le acque bellunesi e cadorine per esercitare la pesca a mosca soprattutto nelle zone riservate alla tecnica “no kill”, ovvero in quelle dove è possibile pescare senza prelevare il pesce utilizzando degli ami che non fanno male agli stessi pesci che, una volta catturati, vengono rimessi nel fiume. “Qui veniamo con piacere, sia perché troviamo delle acque molto buone, torrenti puliti, ed una popolazione affabile ed accogliente”, ha affermato il dott. Danesi, il quale ha poi richiamato l’attenzione su alcune problematiche e ha lanciato un preciso appello: “Siamo, rattristati vedendo che il fiume Piave si sta sporcando sempre più e il torrente Boite sta morendo giorno dopo giorno. Qui non solo ci sono le montagne più belle, ma anche i fiumi più belli e pertanto bisogna fare tutto quanto è possibile perché rimangano così e non subiscano danni”.
I lavori sono stati chiusi da Gildo Trevisan, presidente di Federalberghi Belluno. Nel suo intervento Trevisan, dopo aver messo in evidenza la situazione attualmente piuttosto critica del turismo in generale, ha affermato che a seguito del riconoscimento delle Dolomiti quale patrimonio dell’Umanità, anche il turismo dovrà cambiare pelle, e ciò che propongono i pescatori a mosca va indubbiamente in questo senso, proprio perché si stanno dimostrando dei difensori della natura. “Anche Federalberghi sta occupandosi della difesa dei laghi e dei corsi d’acqua e si sta battendo in questo senso. Dobbiamo inoltre considerare con attenzione le grandi potenzialità per la prenotazione alberghiera offerte da Internet. La presenza dei pescatori è, infine, sicuramente un’occasione da cogliere e sviluppare anche in funzione di superare rigide stagionalità e migliorare il tasso di occupazione delle stanze degli alberghi che attualmente è piuttosto basso”.

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