
A Fieracavalli il giro d’Italia in sella alle razze italiane
Un giro d’Italia a cavallo. In sella alle razze italiane che l’Associazione italiana allevatori ha portato alla 115ª edizione di Fieracavalli (www.fieracavalli.it). «Il cavallo ha un fortissimo legame con il territorio e in ogni regione italiana ci sono razze locali che testimoniano una tradizione secolare. Dal Trentino Alto Adige, scendendo sino alla Sicilia il nostro Paese esprime una biodiversità senza uguali in Europa, che Aia protegge e promuove». Così dice il presidente dell’Associazione italiana allevatori, Pietro Salcuni, ricordando come da 69 anni l’Aia sia al fianco degli allevatori attraverso piani di selezione e di miglioramento genetico.
Il giro d’Italia delle razze che i visitatori possono ammirare a Fieracavalli non può che partire appunto da Verona, dove c’è la sede del cavallo agricolo italiano da tiro pesante rapido. Sarà una delle razze coinvolte insieme con il cavallo Norico e l’Haflinger, nella «Gara di traino del tronco», evento-novità di Fieracavalli 2013, in programma questa sera alle 19,15 e domani alle 9 nella tensostruttura di fronte al padiglione 8.
L’Alto Adige è la culla del Noriker (il cavallo norico, appunto), razza equina di grande potenza. Nasce sulle Alpi per diffondersi su tutta la Penisola la razza Haflinger, che ha progressivamente affiancato alla vocazione da lavoro e da tiro per carrozze e slitte altre attitudini, più sportive, ma anche per trekking e turismo equestre.
Scendendo lungo la Penisola in questo tour virtuale degli equidi che potranno essere ammirati a Fieracavalli si incontra il cavallo Bardigiano, che dalla provincia di Parma si è diffuso in Liguria e sull’Appennino Tosco Emiliano. Animale con caratteristiche da trekking e adatto per il turismo equestre, per la grande docilità e affidabilità viene anche impiegato nelle terapie assistite con animali e la riabilitazione equestre.
Toscana e Alto Lazio sono le praterie dei cavalli maremmani, il classico cavallo dei butteri. Dall’iniziale attitudine alla monta da lavoro, s è trasformato in un cavallo da sella di altissimo livello.
Tor Mancina, alle porte della capitale, è la sede del libro genealogico e del più importante allevamento dei lipizzani, i cavalli utilizzati per la conduzione di carrozze e per il dressage. Molto noti per essere i grandi cavalli dell’Alta scuola spagnola di Vienna, i cui capostipiti sono stati censiti per la prima volta nel 1582, sono uno dei vanti della biodiversità delle razze equine. Secondo i dati dell’Associazione italiana allevatori, riportati dal presidente Salcuni, i passaporti rilasciati sono oltre 516mila, «dei quali 446mila di cavalli, e 70mila fra asini, muli e bardotti».
Cavalli da podio quelli di razza Salernitano-Persano, ai quali gli appassionati di sport sono ancora oggi estremamente legati. Con due cavalli campani, infatti, i fratelli Raimondo e Piero D’Inzeo conquistarono due medaglie d’oro alle Olimpiadi di Roma del 1960.
Dalla Campania alla Puglia, regione culla della razza Murgese. I cavalli della Murgia hanno spiccate caratteristiche per il trekking, ma sono largamente utilizzate da parte del Corpo forestale dello stato nel pattugliamento del territorio. Della stessa zona l’Asino di Martina Franca, il più grande in assoluto in termini di dimensioni.
Fieracavalli non dimentica la Sicilia, con il cavallo Sanfratellano, una razza con attitudine alla sella, sul quale si è concentrato l’interesse di alcuni corpi militari, come i carabinieri. Rappresentano l’isola anche l’Asino pantesco e l’Asino ragusano, quest’ultimo particolarmente adatto alla produzione di latte, estremamente apprezzato sia per l’uso cosmetico che per l’alimentazione di persone con intolleranze alimentari.
La Sardegna è rappresentata anche dal suo particolare patrimonio di razze asinine. Un territorio che, anche grazie al supporto dell’Associazione italiana allevatori, ha saputo conservare razze autoctone come l’Asino sardo e l’Asino dell’Asinara, caratterizzato da un manto candido.
Il tour dell’Italia dei cavalli termina in Piemonte. Dove in provincia di Cuneo si trova una razza particolare, a limitata diffusione: il cavallo di Merens, originario della Francia, molto apprezzato dagli appassionati per il turismo equestre.
«Il cavallo permette molteplici attività – commenta Salcuni – che spaziano dall’ippoterapia all’equiturismo; ma è chiaro che la valorizzazione del territorio vede nel cavallo un animale in cui credere e sul quale investire. Privilegiando le razze italiane, che portano con sé storia e tradizioni».
«Fieracavalli è l’unica manifestazione in Europa che dedica un intero padiglione alla zootecnia e alle razze italiane tutelate – dichiara il presidente di Veronafiere, Ettore Riello – confermando il rapporto sinergico con l’Associazione italiana allevatori. Un legame profondo che si esprime anche nell’altro evento centrale per il comparto primario, che è Fieragricola. La 111ª edizione, in programma a Verona dal 6 al 9 febbraio 2014, dedicherà ben tre padiglioni (8, 10 e 11, ndr) al settore zootecnico».