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A CREMONA SI PREPARANO LA FIERA INTERNAZIONALE DEL BOVINO DA LATTE E MEATITALY

“Piena soddisfazione
per l’accordo sull’articolo 68 raggiunto tra il Ministro Zaia e gli Assessori
regionali”. Lo dichiara Luigi Scordamaglia, Vice Presidente di Assocarni,
l’Associazione dell’Industria italiana della carne, sottolineando come
l’accordo raggiunto abbia restituito parte delle risorse originariamente
destinate alla carne bovina italiana premiando allo stesso tempo il settore
dell’allevamento da latte. “Il Ministro Zaia ha dimostrato come sia possibile
raggiungere un accordo con le Regioni senza per questo dover rinunciare a
perseguire strategie di sviluppo che vanno nell’interesse di tutto il Paese.
Dopo anni in cui il settore zootecnico è stato irresponsabilmente trascurato,
si comincia finalmente a capire che la chiusura di una stalla, sia essa da
carne o da latte, è un evento irreversibile ed estremamente negativo da un
punto di vista sociale, economico ed ambientale e che è necessario adottare
tutte le forme di supporto possibili nei confronti degli allevatori italiani”.

L’accordo appena
raggiunto è la conclusione di una trattativa con la Conferenza Stato-Regioni
che ha avuto inizio il 9 luglio scorso, quando alcuni Assessori all’Agricoltura
hanno discusso il piano proposto dal Ministro Zaia per l’attuazione dell’articolo
68 della PAC, il punto relativo allo sviluppo
della competitività agricola delle imprese e all’innovazione delle filiere
,
chiedendo la rimozione di 13 milioni di euro dal plafond del vitellone (da 37 a 24 MEURO) a favore del
settore lattiero caseario. L’accordo raggiunto assegna ora al vitellone 27,25
milioni di euro.

“Con la sua proposta
iniziale, il Ministro Zaia ha ribadito con forza la centralità e l’importanza
del settore della zootecnia bovina nel nostro Paese. Un settore fondamentale
nelle sue due componenti carne e latte mai riconosciuto adeguatamente sino ad
oggi nella sua reale importanza economica e sociale. Al contrario, la controproposta
delle Regioni rendeva ancora una volta l’agricoltura nel nostro Paese ostaggio
di valutazioni politiche che nulla hanno a che fare con il mondo agricolo.

E’ senz’altro positivo
il fatto che si sia voluto premiare tutto il settore latte. Un settore vitale
per i nostri allevatori ed anche per la produzione di carne che da tale settore
deriva. Nell’ultimo periodo assistiamo di continuo alla chiusura di stalle da
latte ed una volta che una stalla chiude non apre mai più. Importante
quindi che si incentivi l’allevatore e che gli si dia fiducia nel futuro del
suo lavoro, puntando sulla qualità distintiva del nostro latte e dei nostri
formaggi. Meno positivo, tuttavia, che per finanziare questo importante settore
le Regioni abbiano pensato di utilizzare un terzo circa del plafond che il
Ministro Zaia aveva  assegnato alla
carne. Sarebbe stato certamente meglio utilizzare risorse destinate invece ad
altri settori che non hanno né la medesima importanza economica, sociale e di
indotto né rappresentano un futuro strategico per l’agricoltura italiana.
L’importo residuo destinato alla carne bovina deve tuttavia essere visto dai
diversi componenti della filiera come uno stimolo ed un supporto ad arrestare
il progressivo smantellamento del settore e riavviare una politica di
produzione serie e lungimirante basata sulla qualità e la competitività. Nessuno
potrà fare questo al nostro posto”.

 

L’appuntamento è ora
quindi dal 22 al 25 ottobre 2009 a Cremona, quando
con le due manifestazioni contemporanee della Fiera Internazionale del Bovino da Latte e MeatItaly, le due filiere più importanti della zootecnia italiana
metteranno in mostra il meglio del know how, delle tecnologie, delle
attrezzature e naturalmente del confronto politico di un settore che ha urgente
bisogno di rilancio.

 

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