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MODA/TESSILE: SERVONO 50MILA NUOVI ADDETTI NEI PROSSIMI CINQUE ANNI.

MODA/TESSILE: SERVONO 50MILA NUOVI ADDETTI NEI PROSSIMI CINQUE ANNI.Marenzi/Confindustria Moda: «Abbiamo bisogno di giovani con competenze digitali: per loro opportunità di crescita e stabilità lavorativa».

Tessuti ecologici, riciclo creativo e risparmio energetico: dalle scuole, le esperienze eccellenti di eco e slow fashion

Verona, 29 novembre 2019 – A JOB&Orienta 2019 si conferma e si rafforza l’alleanza tra le imprese di tutta la filiera della moda, i migliori istituti tecnici-professionali e le Fondazioni che offrono corsi Its in questo settore. Dopo il lancio, lo scorso anno, del primo “Mastertech della moda”, il grande evento torna quindi con una seconda, ricca edizione. E il fashion conquista al salone anche un’altra vetrina d’eccezione: l’isola della moda, nata per mostrare dal vivo e far apprezzare ad un vasto pubblico di giovani e operatori la vitalità dell’industria tessile e la qualità della nostra formazione.

Innovativo, italianissimo e in fase di grande sviluppo, il mondo della moda è uno dei settori più promettenti per i giovani alla ricerca di lavoro, tanto che i dati del nuovo Report Excelsior di Unioncamere e Anpal sui fabbisogni occupazionali 2019-2023, parlano di un fabbisogno di occupati, nei prossimi cinque anni, che oscilla fra le 42mila e le 52mila unità. Le industrie manifatturiere del fashion cercano figure di ogni genere: dalle più tradizionali (sarti, calzolai, addetti alle vendite, ma anche stilisti e progettisti) alle più nuove (artist manager, brand e retail manager, operai specializzati e conduttori di macchinari industriali). «Nell’arco di pochi anni – sottolinea dal palco di JOB&Orienta Claudio Marenzi, presidente di Confindustria Moda – si libereranno moltissime posizioni, che vanno colmate da giovani in grado di unire tradizione e competenze digitali. La produzione tessile sta cambiando perché i processi stanno cambiando e i giovani, che sono nativi digitali, hanno un grande potenziale. Se in generale nel mercato del lavoro c’è molto precariato, nel nostro settore non è così: la stabilità arriva velocemente, e così le soddisfazioni professionali».

La dinamicità di questo mondo è stata riconosciuta anche dalla stessa Commissione europea, che ha lanciato un programma per attrarre i giovani verso i settori tessile, vestiario, calzaturiero e conciario, fornendo opportunità di carriera in questi comparti strategici correlati con l’innovazione e le tecnologie digitali. Il programma coinvolge sei paesi, tra cui l’Italia.

Tra le realtà presenti a JOB&Orienta la rete Tam (Tessile abbigliamento moda), nata con l’obiettivo di fare sistema tra tutte le agenzie formative che si occupano di moda. Perché se le imprese hanno bisogno di giovani formati, le scuole d’altro canto necessitano dell’impegno diretto delle imprese, affinché la loro attività sia sempre più efficace. Si è costituita così un’alleanza strategica: «Oggi quell’alleanza festeggia il suo primo anniversario» ricorda Roberto Peverelli, presidente di Tam «dato che proprio qui a JOB&Orienta, esattamente un anno fa, abbiamo costituito la rete. Da quel giorno lavoriamo per promuoverla a livello nazionale, ad esempio con l’organizzazione di eventi come la “notte della moda”, a cui hanno recentemente partecipato una trentina di istituti tecnici e professionali da tutta Italia. Tra gli obiettivi per il futuro c’è quello di mantenere una visibilità forte e di costruire forme di collaborazione sempre più stretta con le scuole, per poter crescere anche nella qualità dell’offerta formativa che presentiamo».

A proposito di scuole, sul territorio nazionale non mancano esperienze eccellenti, che ci raccontano concretamente come la moda vada spesso a braccetto con l’innovazione e la sostenibilità. L’istituto “Cattaneo-Deledda” di Modena, ad esempioporta a JOB&Orienta tre esperienze didattiche sviluppate nell’ambito dell’ecofashion. Una di queste consiste nella creazione di una linea di borse realizzate a partire da striscioni in pvc di mostre allestite nella Galleria Civica e del Museo della Figurina di Modena. Anche al  “Setificio Carcano” (Como) gli allievi imparano ad ottenere filati di qualità da materiali di riciclo (come la plastica) e a sviluppare nuove fibre a minor impatto ambientale. La sostenibilità si fonde con il riciclo creativo nel lavoro dell’istituto “Cellini” (Firenze), dove i jeans usati sono stati riutilizzati per dare vita a capi nuovi e ricercati, ed è  tra le colonne portanti anche dei progetti dell’Itis “Paleocapa” (Bergamo) dove, attraverso un attento lavoro di studio e di ricerca, sono state individuate soluzioni per risparmiare risorse (acqua, energia, prodotti chimici) già nella fase di produzione dei tessuti.

A metà strada fra tradizione e futuro troviamo poi il lavoro dell’istituto “Isabella d’Este Caracciolo” (Napoli), dove l’amore per l’antico incontra nuove e moderne tecniche produttive. La scuola raccoglie infatti abiti storici e in stile contemporaneo (tutti realizzati negli anni dagli studenti), tra cui si scorge l’evoluzione della moda nei secoli dal punto di vista stilistico, formale e dell’innovazione delle tecniche sartoriali. Un concetto simile esprime anche il “Ruzza” di Padova, con il progetto di alternanza “Hybrid”: gli studenti hanno simulato il funzionamento di un’impresa nel settore moda, arrivando a presentare una sfilata nel centro cittadino. Hybrid è una collezione che coniuga codici stilistici, materiali e occasioni d’uso estremamente diversi tra loro.

Ufficio stampa: IKON Comunicazione – Marta Giacometti

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