
Torino si rilancia come capitale gourmet
La congiuntura recessiva preoccupa il settore fieristico piemontese, anche se al Lingotto Fiere hanno già messo in atto alcune contromisure: «Le manifestazioni gestite direttamente da noi – assicura Roberto Fantino, direttore commerciale e marketing della società che fa capo alla francese GlEvents – non avranno alcun aumento di prezzo del biglietto. E, anzi, aumenteremo le offerte e le agevolazioni».
In realtà Fantino è ottimista, soprattutto per quanto riguarda la presenza degli espositori «perché le Fiere offrono un ritorno immediato agli espositori, un confronto diretto con il pubblico». Senza dimenticare che, negli anni pari, il Lingotto fiere vede crescere il numero di presenze grazie al Salone del gusto e ad Expoferroviaria che si vanno ad aggiungere all’appuntamento annuale del Salone del Libro. Dunque gli oltre 737mila visitatori ed i 6.345 espositori dell’anno scorso dovrebbero venir facilmente superati.
Magari anche attraverso il funzionamento della cabina di regia, prevista ma non ancora entrata in funzione, che coinvolgerà il Lingotto fiere con Camera di commercio di Torino, Regione Piemonte, Provincia e Comune di Torino. Un tavolo per coordinare le strategie e ottimizzare l’impiego delle sempre più scarse risorse pubbliche. La carenza di soldi pubblici è evidente anche per quanto riguarda l’Oval, il padiglione realizzato per le gare su ghiaccio delle Olimpiadi del 2006 e che è tutt’ora una delle opere meglio utilizzate nel post olimpico. La federazione del pattinaggio vorrebbe occupare il padiglione per gare e allenamenti, ma nessuno vuole accollarsi i costi della gestione.
Lo scorso anno l’Oval ha ospitato una parte del Salone del Libro, legata ai festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Quest’anno non servirà invece per la manifestazione libraria ma potrebbe continuare ad accogliere, come nel 2011, concerti, convention, convegni aziendali e di categoria. E, naturalmente, l’Oval sarà utilizzato dal 25 al 29 ottobre per il Salone del gusto e per Terra madre che, per la prima volta, si fonderanno e daranno vita ad un evento unico. «L’obiettivo – spiega Valter Musso, di Slow Food – è creare il più importante appuntamento mondiale legato al cibo, capace di unire il piacere dell’alimento con la responsabilità nei confronti di ciò che mangiamo e di chi lo produce». Spazio ai giovani e alle piccole produzioni tradizionali, alla difesa del paesaggio, alla tutela di pastori e pescatori. Un successo annunciato, a differenza di quanto è avvenuto lo scorso anno con il mai decollato salone della nuova agricoltura.
Nonostante la crisi, il Lingotto è riuscito a portare a Torino una nuova manifestazione, Bar Way, la prima fiera italiana interamente dedicata al mondo del bar, dal 17 al 17 aprile. «Concorsi, esibizioni, master – spiega Fantino – con la scelta del bar e del barista dell’anno e con la presenza di barman in arrivo da tutto il mondo». Novità anche sul fronte congressuale, con due appuntamenti nazionali in ambito medico: prima il congresso nazionale di diabetologia e poi quello di radiologia.
Ma il Lingotto Fiere punta anche ad incrementare le presenze negli appuntamenti abituali. A partire da Expo Ferroviaria che – con il concomitante Intertunnel – dovrebbe vedere la partecipazione di numerose delegazioni internazionali. Soprattutto se la liberalizzazione del settore ferroviario italiano non dovesse rimanere la solita promessa. E poi i tradizionali cavalli di battaglia del polo fieristico subalpino, da Restructura a Expocasa, da Automotoretrò ad Artò e Artissima, da Euromineralexpo ad Energethica. Oltre al Salone del libro che, per tre anni, sarà organizzato direttamente dal Lingotto fiere, ovviamente in stretto rapporto con la Fondazione che possiede il marchio.
Un’offerta, dunque, a 360 gradi. Che spazia dall’alimentazione – uno dei punti di forza dell’economia piemontese – alle nuove tecnologie, dai motori al fumetto, dall’arte alle infrastrutture. Con alcune incertezze relative alla tenuta economica di interi settori, a partire dall’artigianato. Ma Fantino è convinto che ormai il Lingotto fiere abbia conquistato un’immagine nazionale ed internazionale in grado di superare le difficoltà del momento. Una forza legata anche alla capacità, in passato, di rinunciare a manifestazioni prive di seguito. Puntando, invece, sulle fiere gestite bene e in grado di generare interesse di espositori e visitatori. E al termine del Salone del Gusto si deciderà anche se dare il via ai lavori per la costruzione di un nuovo padiglione.
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