
La contaminazione è servita
Informale o elegante, moderna o tradizionale, ma in ogni caso mai lasciata al caso. A lungo simbolo di una dimensione domestica che mal si conciliava con successo e affermazione sociale, la tavola torna a essere il luogo della convivialità, lo specchio del gusto e della creatività di chi la prepara. Complice la crisi economica che li costringe a rivedere consumi e stili di vita, gli italiani sembrano riscoprire la cultura e il piacere della cucina, dalla preparazione dei cibi fino alla loro presentazione e degustazione in tavole in cui lo stile rifletta la personalità del padrone di casa.
Pur in assenza di dati ufficiali, molte aziende del settore confermano il peso sempre maggiore che la cucina sta prendendo nell’universo della casa. «Per l’arredo di questa stanza una famiglia spende fino a 25-30mila euro tra mobili ed elettrodomestici – dice Donatella Galli, presidente di Art (Associazione imprenditori arte, tavola e regalo) –. È naturale dunque che si faccia attenzione anche agli oggetti che servono a decorarla». La tendenza è evidente soprattutto nel Nord e nel Centro del Paese, dove le scelte dei consumatori privilegiano proposte «più o meno eleganti, ma sempre funzionali», prosegue Galli. E non necessariamente costose, visto che le fasce di prezzo sono le più disparate e anche marchi di gamma elevata propongono linee casual o di uso quotidiano.
Il settore è dunque in fermento, come testimoniano le tante imprese che saranno protagoniste del Macef, Salone internazionale della casa in programma a Milano da oggi a domenica. «Le nostre aziende dimostrano di reagire con impegno e grande creatività alla difficile congiuntura economica», aggiunge Galli. Ad accomunare le tante proposte in vetrina in questi giorni sembra essere il desiderio di contaminare bellezza e ricerca dei materiali e delle forme con funzionalità e carattere informale o giocoso. C’è tanto colore, su queste tavole, che affiora in disegni stilizzati o segni grafici dal sapore minimal su porcellane, vetri, cristalli o materiali hi-tech, dalle forme spesso fantasiose, morbide o eleganti. Come le collezioni di piatti e bicchieri Multicolor e Magic presentate da Ivv, o gli insoliti vasi della Pop iT Collection disegnata da Luisa Bocchietto per Egizia. O ancora, le proposte vivaci ma raffinate di Silvan e i vetri colorati di Carlo Moretti, che porta al Macef i bicchieri e le coppette bicolori della serie Pirus.
Non mancano i grandi ritorni: dopo anni di assenza si presentano al Macef due storici brand del design made in Italy, Richard Ginori 1735 e Fratelli Guzzini, che confermano questo gusto per la contaminazione: il primo con le collezioni Tableware e Manifattura di Laveno by Richard Ginori, in cui i raffinati servizi in porcellana si aprono a decori scherzosi o a motivi dal sapore vintage, come righe e pois. Mentre Guzzini coniuga materiali acrilici e forme sinuose (collezione Aqua) o gioca sul contrasto tra il bianco della base e il colore degli ornamenti a pois, righe, o fiori stilizzati (linee Mirage, Gocce).
«Dopo essere stati per alcuni anni solo alle fiere di Francoforte e Parigi – dice Mario Lorenzoni, a.d. dell’azienda – in questo 2012 così difficile per il nostro Paese abbiamo deciso di scommettere sul Macef. Non per campanilismo, ma perché è una fiera che sostiene davvero le aziende del design italiano, facendosi loro partner e aiutandole a incontrare nuovi clienti». Anche Guzzini, presente comunque a Francoforte e Parigi, punta su Milano: «Volevamo festeggiare i nostri cento anni nel salone che abbiamo contribuito a fondare tanto tempo fa. Siamo un’azienda solida, con conti in crescita, e perciò vogliamo scommettere sul made in Italy». Oltre alle nuove collezioni, il brand è presente in fiera con tutti i proptotipi e i disegni realizzati per il progetto Foodesign, nato nel 2004 per far incontrare design e cultura enogastronomica. Oltre 250 collezioni, ideate da coppie di grandi chef e designer a Tokyo, Seoul, Francoforte, Parigi e Milano, in cui il made in Italy dimostra di sapersi aprire ad altre culture e tradizioni.
Perché la voglia di contaminazione non si ferma a stili e materiali: in una società sempre più globalizzata, anche la cucina e la tavola fanno spazio a suggestioni in arrivo da altri Paesi, soprattutto da Oriente. Porcellane, ceramiche o materiali hi-tech si impreziosiscono di decorazioni o forme di sapore esotico, come nel caso della collezione Bolli, sempre di Guzzini, o nelle proposte in stile giapponese (con tanto di bacchette) della francese Haviland&Parlon, che con J.Seignolle porta al Macef la raffinatezza della porcellana di Limoges.
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