
Miami Basel contro la crisi
Che fortunata coincidenza: i mercati finanziari hanno salutato l’opening del 10° anniversario di Art Basel Miami (1-4 dicembre), la più importante fiera americana di arte contemporanea, con un deciso rialzo. Anche se il mercato dell’arte è scollegato dall’andamento dei listini finanziari, il rally del 30 novembre rasserena gli animi dei cosiddetti high-net-worth indiviudal, i ricchi, che dal 2008 hanno privilegiato e intensificato l’investimento in beni d’arte. I numeri di Art Basel Miami sono molto interessanti: 260 le gallerie presenti (13 italiane) con opere di 2mila artisti per un valore complessivo di 2,5 miliardi di dollari, l’ammontare assicurato dichiarato dal presidente di Axa Art Nord America.
Ad Art Basel Miami i lavori di alta qualità sono i più difensivi e non conoscono crisi; lo confermano le cifre incassate all’opening: «White Snow Dwarf (Bashful)» di Paul McCarthy è stato venduto a un collezionista europeo per 900mila $ dalla londinese Hauser&Wirth. «Untitled» del 1993 di Christopher Wool, in smalto e alluminio, è stato venduto per circa 3 milioni di $ da Luhring Augustine. Nello stand della Lisson Gallery sono state vendute quattro opere di Anish Kapoor a prezzi tra 393mila a 1,18 milioni di $. Per trovare prezzi più contenuti bisogna guardare i giovani: 35mila $ per un video dell’artista svedese Natalie Djuberg.
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