
Se la Fiera promuove l’azienda made in Italy
Le fiere italiane si lanciano nel ruolo, esaltante, di player globali: alleanze, joint venture, sbarchi nelle piazze più appetibili, quelle dei paesi Bric, innovative importazioni di fiere straniere in Italia. Non solo.
Nel vuoto lasciato dall’Ice, ente soppresso senza alcuna praticabile alternativa, le nostre realtà fieristiche si candidano a piattaforme logistiche per eventi e rassegne un tempo finanziate e gestite dal defunto Ice. Certe rassegne stanno transitando dall’ente per il commercio agli enti privati, per evitare di essere travolte dalla chiusura dell’Ice e, soprattutto, per scongiurare perdite in mercati esteri di vitale importanza per il nostro made in Italy.
Tanta solerzia e tanta lungimiranza globali sembrano fare a pugni con la determinazione con la quale Bologna Fiere e Federlegno, che da quattro anni organizza a Milano la rassegna Made Expo, si affrontano a colpi di carta bollata per una vicenda di portata appena interregionale.
Nel 2007 Federlegno lasciò Saie2 di Bologna per trasferirsi a Milano dove creò Made Expo. Il primo atto della lite si è verificato ieri: il tribunale di Roma ha condannato Federlegno (che farà ricorso) a un risarcimento di 5,8 milioni più le spese legali. Come dire: le fiere spaziano dall’universale al particolare, senza mezze misure.