Rassegna stampa

Le due ruote puntano a riconquistare i giovani

«L’obiettivo è ritrovare nei ragazzi la cultura delle due ruote. I giovani sono il futuro, anche per il motociclismo», sorride Pier Francesco Caliari, direttore dell’Ancma, l’associazione confindustriale dei costruttori di moto e biciclette. Dall’8 al 13 novembre alla Fiera di Milano (sede di Rho) si terrà la 69ª edizione dell’Eicma, il salone del motociclo (che è stato separato da quello della biciletta per motivi organizzativi). Il più importante al mondo. Ma l’industria della moto soffre. In caduta ormai da anni.
Il presidente dell’Ancma, Corrado Capelli (imprenditore attraverso i caschi Caberg), cerca motivi di buon umore nel dato di ottobre, con 13mila immatricolazioni (-7,4%). «Il mercato delle due ruote a motore non è ancora fuori dal tunnel della crisi, tuttavia si attenua la perdita dei volumi», commenta. È vero, Capelli ha ragione. I dati dei mesi precedenti sono assai più drammatici. Crolli di vendite a due cifre, spesso sopra il 20%, ogni mese: sono dati così drammatici che quello (terribile) di ottobre suscita speranza.
«Il fatto è che è cambiata la società», spiega il direttore Caliari. «I motociclisti di oggi sono quelli che venti o trent’anni fa cominciavano, ragazzini, a sognare la motoretta, il Caballero o l’Aspes, e oggi sono cresciuti. La motoretta era lo strumento della libertà. Oggi la libertà dei giovani passa attraverso il touch di un tablet, il sogno degli adolescenti è farsi regalare dai genitori un apparecchio smart. Dobbiamo riconquistarli».
Sulla tastiera delle soluzioni possono essere toccati più tasti per riconquistare il mercato e per riavvicinare quei ragazzi che oggi snobbano lo scooter come semplice mezzo di trasporto senza alcuna carica emotiva e poi appena hanno l’età passano a un’auto altrettano neutrale.
Le soluzioni più vicine si basano sulla rifocalizzazione dell’associazione Ancma (per rafforzare il sistema delle imprese) e del salone Eicma (per riconquistare i clienti).
«L’Ancma raccoglie marchi dell’aristocrazia della moto e della bici, raccoglie imprenditori di richiamo come Montante o Bombassei: un capitale di cultura industriale. L’Ancma vuole rifocalizzare parte della sua attività – aggiunge Caliari – nei servizi alle imprese associate, molte delle quali sono di dimensioni piccole e medie, per assisterle nei momenti di crisi. Ma vogliamo essere a fianco dei consumatori, con progetti su settori come le assicurazioni (deliranti), sulle strade (impercorribili), sulla sicurezza (fondamentale in un traffico diventato arrogante). Vogliamo fare rete con le altre associazioni perché ci sono sinergie possibili».

Le conseguenze sono penalizzanti non solamente per i produttori di moto, ma anche per quel giacimento di cultura imprenditoriale dei fornitori. La componentistica italiana – ambitissima nel mondo per qualità e innovazione – è fatta in gran parte da aziende piccole che, pur vocate a un export feroce, sono deboli di fronte alla competizione sui prezzi. «I cinesi stanno imparando a produrre prodotti egregi. E in più hanno la leva del prezzo», conclude Caliari. Per questo motivo deve rinascere la cultura della moto.
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