
A Leatherzone una vetrina per la filiera della pelle
Si chiama Leatherzone e vuole essere un salone che riassume il meglio della tecnologia e della ricerca per il settore della pelletteria di lusso: macchinari, pellami, componentistica e accessori, nel distretto, quello fiorentino, con la più alta concentrazione di produttori di borse per le griffe più famose. La seconda edizione di Leatherzone ha aperto i battenti ieri alla Fortezza da Basso di Firenze, organizzata dal Consorzio Centopercento Italiano presieduto da Andrea Calistri, baluardo delle produzioni pellettiere made in Italy di qualità. A esporre sono 60 aziende, rappresentanti di quell’innovazione di prodotto e di processo che ormai ha fatto riprendere la marcia al settore. Nel primo semestre 2011, secondo il Monitor distretti di IntesaSanpaolo, il polo fiorentino della pelle ha segnato una delle migliori performance distrettuali italiane, con esportazioni in crescita del 30,1% a 1,11 miliardi di euro.
Accanto alle aziende espositrici, alla Fortezza da Basso (fino a domani) si svolgono workshop sull’innovazione, sul rapporto tra produzione e tutela dell’ambiente, sulla formazione specialistica, motore della pelletteria di lusso. E proprio su questo punto arriva l’allarme del Consorzio Centopercento Italiano: «Nel settore della pelletteria c’è un know how che si sta perdendo per mancanza di ricambio generazionale, che mette a rischio il futuro di tante imprese». Ormai, segnala il Consorzio, solo pochi anziani artigiani riescono a montare un borsa in cerniera e solo poche anziane lavoranti a domicilio riescono a realizzare borse all’uncinetto. «La maggioranza dei brand internazionali sono approdati nell’area fiorentina sapendo di trovarvi la manualità necessaria per eccellere sul mercato, ma mantenere questo know how è fondamentale per dare prospettive al settore».
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