Rassegna stampa

I tedeschi saldano il conto dell’Ice

Per consentire all’Italia di essere Paese partner di Anuga, la fiera mondiale dell’agroalimentare di Colonia, i tedeschi hanno dovuto sborsare 800mila euro di tasca propria. E altri 900mila euro li ha dovuti trovare Federalimentare, la federazione degli imprenditori. Le autorità italiane sono riuscite a raccimolare soltanto 350mila, poco rispetto ai 2,3 milioni che la disciolta Ice si era impegnata a coprire per sostenere i costi della partecipazione istituzionale dell’Italia. All’appello finale mancano comunque 250mila euro: si vedrà. In realtà il budget iniziale era di 3,2 milioni ma, pur limando i costi a 2,3 milioni, l’Italia non è stata in grado di onorare nemmeno gli impegni minimi assunti.
Alla manifestazione biennale di Colonia (che si chiude mercoledì prossimo) partecipano tutti i comparti dell’industria alimentare: prodotti gourmet e generi di prima necessità, bevande, ortofrutta, prodotti ittici e piatti pronti freschi, carni, pollame e salumi. E anche tecnologie e servizi per la vendita al dettaglio. La presenza italiana ad Anuga comprende oltre un migliaio di aziende su 6.500 provenienti da cento Paesi.
«Abbiamo fatto una gran figuraccia – commenta, amareggiato, Daniele Rossi, direttore generale di Federalimentare – mentre i tedeschi hanno mostrato molto fair play. Anche perché Anuga non poteva all’ultimo momento cambiare partner e modificare l’organizzazione. Pertanto hanno dovuto farsi carico dei costi della partecipazione italiana in termini di servizi e spazi occupati». Poi però Rossi si illumina quando pensa alla partecipazione delle imprese italiane ad Anuga: «Sono più di mille, a larga maggioranza, e diamo l’idea della grande forza che rappresentiamo».
Si unisce Annalisa Sassi, presidente dei giovani di Federalimentare. «Le nostre Pmi sono presenti in tutte le categorie merceologiche e siamo orgogliosi di rappresentare l’alimentare italiano in un contesto dove sono presenti buyer provenienti da tutto il mondo». Poi Sassi, per sottolineare l’importanza dell’italian food, ricorda che, durante l’inaugurazione, il ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle ha detto in lingua italiana: «Una tavola senza vino è come una giornata senza sole».
Ieri all’inaugurazione di Anuga ha partecipato anche il ministro delle Politiche agricole, Saverio Romano. «Da tempo – ha detto – siamo il Paese più rappresentato nella fiera di Anuga e questo va di pari passo con la capacità del nostro agroalimentare di proporsi come leader in Europa e nel mondo per la qualità indiscutibile dei propri prodotti». Per Sassi «Romano ha fatto bene a sottolineare la necessità di convergenza delle regole di etichettatura e degli standard alimentari. Del resto per un grande esportatore come l’Italia è indispensabile l’uniformità normativa».
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