
«Accelerare il riassetto dell’export»
Da un lato il vuoto lasciato dall’Ice dall’altro gli Stati generali convocati per fine ottobre. Il commercio estero è più che mai un cantiere aperto, con i lavori complicati dalla transizione verso il nuovo regime previsto dopo la soppressione dell’Istituto per il commercio estero. Ieri il sottosegretario allo Sviluppo con delega per il commercio estero, Catia Polidori, ha presentato la kermesse del 28 e 29 ottobre insieme ai sei “testimonial” del mondo delle imprese che guideranno altrettanti tavoli settoriali (si veda Il Sole 24 Ore dell’8 settembre). La promessa è che tutto non si risolva solo «in un convegno», ma il compito non è dei più semplici. Proprio perché non si possono ignorare le incertezze di decine di Pmi dopo la soppressione dell’Ice. Ieri, nel primo pomeriggio, il tema è stato affrontato durante un breve incontro tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e i sei rappresentanti del mondo imprenditoriale, accompagnati da Catia Polidori e dal consigliere del premier per il commercio estero, Massimo Calearo. Con la sparizione dell’Ice il personale sarà diviso tra Farnesina (accorpamento della rete estera alle ambasciate) e ministero dello Sviluppo economico. Nel frattempo è stata costituita una cabina di regia – con la partecipazione di Confindustria e Abi – ma senza la previsione di un’agenzia operativa, una sorta di braccio tecnico che gestisse la transizione e consentisse la prosecuzione di decine di fiere ed eventi bloccati o a forte rischio (i sindacati dell’ex Ice ne contano almeno 35 in due mesi). In mattinata era stato più che esplicito Roberto Snaidero, presidente del tavolo su arredo-sistema casa: «Sono stato consigliere dell’Ice e a vederlo distruggere mi piange il cuore. L’Ice dava un grosso supporto agli imprenditori all’estero, spero che il ministero ci dia una mano perché da soli non possiamo correre in giro per il mondo». Calearo va anche oltre: «Con la soppressione dell’Ice si è creato un problema molto grave. Ne ho parlato personalmente al premier nel corso dell’incontro di oggi sottolineando l’importanza di avere un’agenzia tecnica che segua le imprese e ho trovato Berlusconi pronto a risolvere la questione». L’ipotesi di un’agenzia, che prenda in qualche modo il posto dell’Ice, magari sotto coordinamento di Palazzo Chigi, torna dunque a farsi largo.
Dal canto suo il sottosegretario Polidori lancia un messaggio rassicurante: «La cabina di regia, che spero possa allargarsi anche alle Pmi, sta facendo un grosso sforzo per assicurare continuità alle iniziative già programmate. Ci sono solo da mettere a punto questioni operative, compiti che potrebbero essere anche affidati a soggetti pubblici già esistenti». Le difficoltà, manco a dirlo, sono anche di liquidità. Per mandare avanti gli eventi al palo – i sindacati citano tra gli altri fiere o missioni a Hong Kong, Parigi, Tokyo, Sidney – occorrerebbero vecchi crediti ancora bloccati. Circa 46 milioni, a quanto risulta: per ora dal ministero dell’Economia sarebbe arrivato il via libera solo per una tranche di 15 milioni. È in questo clima che ci si prepara agli Stati generali. La due giorni in programma a Roma sarà aperta e chiusa dal ministro dello Sviluppo Paolo Romani, ci sarà spazio per gli interventi, oltre che di Polidori e Calearo, dei ministri Franco Frattini (Affari esteri) e Saverio Romano (Agricoltura), di Kare De Gucht, commissario europeo al Commercio, e Lamberto Zannier, segretario generale dell’Ocse in Europa. Berlusconi chiuderà i lavori della prima giornata in programma il 28 ottobre. «Tutti gli imprenditori interessati – spiega la Polidori – potranno far pervenire idee all’indirizzo statigenerali.commercioestero@sviluppoeconomico.gov.it».
A tirare le somme con un documento di proposte saranno i sei presidenti dei tavoli: Gian Luca Rana (agroalimentare), Luca Poncato (energia), Roberto Snaidero (arredo), Simone Bettini (mobilità), Maurizio Marinella (abbigliamento) e Rodolfo Ortolani (servizi). Eccellenze, di dimensioni e settori diversi, che provengono da differenti realtà italiane anche in cerca di riscatto come spiega Maurizio Marinella, a capo della celebre casa di cravatte: «Sono felice di portare il mio contributo e al tempo stesso di rappresentare la napoletanità e la mia città per dimostrare che c’è una Napoli che vale, oltre le cronache degli ultimi tempi». «Rappresentate un orgoglio per l’Italia» sono le parole del premier che ha incontrato i sei componenti della “squadra” made in Italy promettendo pieno appoggio all’iniziativa.
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