Rassegna stampa

Check list per le imprese con la soppressione dell’Ice

Da giovedì scorso l’Ice è un ente soppresso. Sarebbero bastati due giorni in più, e avrebbe compiuto il suo 85esimo compleanno. L’Italia fu il primo Paese al mondo, nel 1926, a dotarsi di una struttura a supporto dell’internazionalizzazione. Ed è il primo a chiuderla. Nessuno dei suoi 1.200 dipendenti rischia il posto di lavoro. Ma cosa cambia invece per le aziende che finora si sono appoggiate all’istituto per partecipare a una missione o trovare un partner estero?
Molto, va detto, dipenderà dall’iter parlamentare del decreto. Sono in tanti – da Confindustria allo stesso Tremonti – ad auspicare che si metta mano alla norma. Un motivo su tutti: l’anomalia della “cogestione” fra ministero dello Sviluppo economico, cui spetta la gestione dei fondi e del personale italiano del’Ice, e quello degli Affari esteri, cui spetta l’indirizzo politico e il coordinamento di chi opera nelle sedi estere.
Modifiche o no, di certo la soppressione dell’Ice ha già messo a rischio la partecipazione delle aziende italiane a una cinquantina di manifestazioni, più o meno tutte quelle in calendario fra agosto e ottobre. Un guaio non da poco, se si pensa che molti imprenditori non solo hanno già aderito a parteciparvi, ma hanno anche versato la quota a carico dei privati, in genere la metà del costo totale. E se in Italia quelli estivi sono mesi a scartamento ridotto, sui mercati emergenti sono invece periodi caldi per il business, dalla Russia alla Cina.
In alcuni casi, le manifestazioni a rischio sono di primo piano: come l’Anuga di Colonia, la più importante fiera al mondo per il settore alimentare, che spazia dal retail al catering. L’Italia quest’anno sarebbe stata addirttura Paese partner, e avrebbe dovuto partecipare con circa 400 imprese. Il condizionale è d’obbligo: le delibere dovevano essere autorizzate dalla riunione del Consiglio d’amministrazione dell’istituto, che si sarebbe dovuta svolgere proprio mercoledì scorso. Ma il meeting non c’è mai stato. Sul tavolo dei consiglieri non ci sarebbe stato solo il fascicolo Anuga, ma una buona fetta delle delibere di spesa per le iniziative promozionali della seconda parte dell’anno: il numero delle attività a rischio non può che salire. Il decreto a oggi prevede che il direttore Affari generali del ministero dello Sviluppo economico debba individuare un nuovo referente interno per l’ordinaria amministrazione. Ma il riavvio di tutto il processo potrebbe non essere immediato.
Su tutte le iniziative poi – non solo su quelle di gruppo come le missioni, ma anche sulle consulenze fatte alle singole aziende nelle sedi estere – pende la spada di Damocle dell’ingessatura operativa. I dirigenti Ice, infatti, hano sempre avuto discrezionalità di firma, entro un certo budget, e potevano autorizzare rapidamente le operazioni. Ora i dirigenti all’estero continueranno a operare nelle rispettive sedi, ma non potranno autorizzare più niente. Per ogni atto, sarà cioè necessaria un’assegnazione di concerto fra il ministero degli Affari esteri, da cui dipendono i dirigenti e che fissa le linee di indirizzo, e quello dello Sviluppo economico, da cui dipendono i fondi. Un mostro a due teste: i tempi biblici sono pressoché assicurati.
micaela.cappellini@ilsole24ore.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Quattro capitoli toccati dalla manovra

1 FINANZIAMENTI

Si allungano e si complicano le procedure per avviare ogni singola iniziativa nelle sedi estere. Ad oggi, i dirigenti Ice avevano discrezionalità di firma, entro un determinato budget, e potevano autorizzare rapidamente le operazioni. Con la soppressione dell’ente, i dirigenti esteri rimaranno sì operativi nelle rispettive sedi, ma non potranno più autorizzare niente. Per ogni intervento o missione, infatti, sarà necessaria un’assegnazione di concerto fra i due ministeri che si spartiscono la torta: quello degli Affari esteri, da cui dipenderanno i dirigenti, e quello dello Sviluppo economico, da cui dipendono i fondi

2 MANIFESTAZIONI

Sono una cinquantina le manifestazioni a rischio, tra fiere e missioni, il cui svolgimento era stato calendarizzato fra agosto e ottobre. Un problema serio, per le aziende che hanno già dato la loro adesione, staccando anche l’assegno per la loro parte di contributo alla partecipazione. Il testo del decreto a oggi prevede che il direttore Affari generali del ministero dello Sviluppo economico – con il venire meno dei dirigenti Ice responsabili per queste iniziative, debba individuare il nuovo referente interno. Ma il riavvio di tutto il processo potrebbe non essere immediato

3 ACCORDI CON LE FIERE

Nei mercati esteri, e soprattutto in quelli emergenti, quello estivo è un periodo caldo, e non di pausa. Proprio in questi giorni dovevano essere firmate le intese operative sulla partecipazione italiana ad alcune importanti fiere internazionali. Accordi che invece non verranno firmati. A rischio anche la partecipazione di 300 aziende italiane alla fiera Anuga di Colonia, la più importante al mondo per quanto riguarda il comparto alimentare (dal retail al catering), dove l’Italia quest’anno sarebbe dovuta essere addirittura il paese partner

4 DELIBERE DI SPESA

Il 6 luglio, mercoledì scorso, si sarebbe dovuto svolgere una delle più importanti riunioni del Cda dell’istituto, quella in cui sarebbe stata discussa una buona fetta delle delibere di spesa per la seconda parte dell’anno. Quel Consiglio ovviamente non si è mai svolto, posticipato a data da destinarsi, e solo se il destino dell’Ice dovesse essere ribaltato dall’iter parlamentare della manovra. Il risultato però è che nessuna nuova iniziativa potrà essere finanziata nell’immediato, compresa la partecipazione italiana ad alcune delle fiere che si svolgeranno a stretto giro di posta

L’IDENTIKIT DELL’ISTITUTO

01|DATA DI NASCITA
L’Istituto per il Commercio estero nasce l’8 luglio 1926. L’Italia è stato il primo Paese al mondo a dotarsi di una struttura a supporto dell’internazionalizzazione
02|LE AZIENDE COINVOLTE
Nel 2010 sono state 19.454 le aziende italiane che hanno partecipato alle sue attività promozionali; 2.359 le imprese che hanno beneficiato delle consulenze personalizzate
03| SEDI ESTERE
L’Ice aveva 115 unità operative in 88 Paesi
04| I COSTI
L’Ice spende ogni anno circa 74 milioni di euro per il proprio funzionamento. I finanziamenti pubblici per le attività promozionali nel 2011, invece, è stato fissato in 33 milioni, il 41% in meno rispetto al 2010

LA DIASPORA DEI DIPENDENTI ICE
1.143

In Italia l’Ice aveva 422 dipendenti nella sua sede centrale di Roma, più altri 129 sparsi nei 17 uffici regionali: con la soppressione dell’istituto, tutti questi lavoratori a tempo indeterminato diventano dipendenti del ministero dello Sviluppo economico; al Mise vanno anche i 92 dipendenti italiani delle sedi estere. Al contrario, i 500 dipendenti locali delle sedi oltreconfine vengono trasferiti al ministero degli Affari esteri

LE POSIZIONI IN CAMPO

01 | IL MINISTRO TREMONTI
Nonostante il decreto legge parli di duplicità di azione fra il ministero dello Sviluppo economico e degli Affari esteri, nella conferenza stampa di mercoledì scorso Tremonti ha detto di voler integrare l’Ice nella Farnesina. Un’ipotesi possibile solo se il decreto verrà modificato in Parlamento
02 | CONFINDUSTRIA
La presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha ribadito la necessità di un sistema unico di promozione sui mercati internazionali, che sia però interamente controllato dal ministero degli Esteri
03 | IL MINISTRO ROMANI
Il titolare dello Sviluppo economico vuole avere il controllo sia delle risorse finanziarie atttribuite all’Ice, sia del personale con contratto italiano che faceva capo all’istituto

Newsletter