
Alla crisi ha retto la foto storica
Aipad (Association of International Photograhpy Art Dealers) è l’appuntamento di mercato più importante dell’anno con la fotografia. Lo scorso marzo a New York erano 79 le gallerie presenti, sei in più del 2010 con 10mila visitatori rispetto agli 8.300 dell’anno prima. Il presidente della fiera, Stephen Bulger, racconta le tendenze osservate in quei giorni.
Come si misura il successo di una fiera?
Il termometro più ovvio è dato dall’ammontare delle transazioni effettuate e, a giudicare dalle reazioni della maggior parte degli espositori, l’ultimo appuntamento Aipad è stato molto positivo, per molti espositori il migliore nella storia della fiera. Va considerato il numero e la tipologia dei visitatori: abbiamo osservato un buon mix di presenze tra curatori dei musei, collezionisti e nuovi appassionati acquirenti.
Dal suo osservatorio privilegiato può indicarci l’outlook per la fotografia moderna e per quella contemporanea?
La fotografia contemporanea ha sicuramente registrato uno storno molto significativo negli ultimi sei mesi, quella moderna, al contrario, quando è iniziata la crisi economico-finanziaria ha registrato un deciso aumento e la tendenza è rimasta tale.
Dopo il picco della crisi finanziaria, quale fase sta attraversando l’arte contemporanea e, in particolare, la fotografia? Espansione o consolidamento?
I dealer che propongono il Moderno e lo Storico hanno superato bene la crisi. Va considerato che la fotografia contemporanea non ha sofferto quanto il mercato dell’arte contemporanea. La fotografia rimane un segmento in espansione ed è in aumentato il collezionismo proveniente dall’area del Pacifico .
Le nuove soluzioni digitali per la promozione del lavoro degli artisti rappresentano un pericolo per il lavoro delle gallerie e delle fiere?
Le nuove tecnologie offrono grandi possibilità. È giusto utilizzarle, ma è anche un rischio per coloro che si avvicinano al mondo della fotografia. È meglio lavorare con un esperto di fiducia.
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