Rassegna stampa

Formigoni richiama i soci: chiarezza sui fondi Expo

Per il momento è caduta sostanzialmente nel vuoto la proposta di Guido Podestà, presidente della provincia di Milano, sull’opportunità di rivedere la formula di Expo 2015 Spa, la società creata per organizzare e gestire l’esposizione universale in programma a Milano. La formula della Spa che deve essere ricapitalizzata ogni anno, aveva dichiarato al Sole 24 Ore due giorni fa, non è più sostenibile. È opportuno cercare un’altra soluzione, magari creando un’agenzia sull’esempio di Torino 2006.
Un’idea che nessuno degli altri soci di Expo 2015 (ministero dell’Economia, regione, comune e camera di commercio di Milano) ha commentato ufficialmente. Il presidente della regione Roberto Formigoni, però, si è soffermato sull’altro aspetto evidenziato da Podestà, cioé che la provincia non sarà in grado di versare l’intero importo previsto a suo carico per il 2011. «Le dichiarazioni del presidente della provincia – ha affermato il governatore – pur giustificate in sè mettono in allarme». Dal canto suo la regione ha ribadito di essere pronta a versare la sua quota e «che il comune è impegnato in questa direzione. Attendiamo che la camera di commercio chiarisca la sua posizione e che il governo manifesti la disponibilità ai versamenti».
La Cdc, che al pari della provincia ha il 10% delle quote, ha sottolineato nei giorni scorsi di non poter fare investimenti in infrastrutture non funzionali alla sua attività (che invece hanno un peso rilevante nell’attività della società Expo 2015) e che questo aspetto era stato recepito nel dossier di candidatura. A quei tempi, spiegano fonti vicine all’ente camerale, c’era un comitato di candidatura e non una Spa, la situazione era differente. Poi la creazione della società per azioni ha complicato il quadro.
Ma rinunciare ora alla Spa, fa notare un osservatore, non è cosa semplice e peraltro tale soluzione era stata scelta anche su indicazione del Bie. Nessuno, insomma, per il momento ha teso la mano alla provincia e anzi, nei palazzi milanesi riprende quota la newco che in estate era stata proposta dalla regione per acquistare le aree in cui realizzare la manifestazione. Il Pirellone sarebbe pronto a realizzarla in 2-3 giorni perché a suo tempo aveva già preparato tutte le carte necessarie. La newco, oltre all’acquisto delle aree, potrebbe occuparsi anche di tutti gli investimenti infrastrutturali del sito espositivo con tre vantaggi: ridurre i finanziamenti richiesti da Expo 2015 Spa, poter cercare sul mercato nuovi fondi, sbloccare l’impasse sui terreni perché i proprietari (gruppo Cabassi e Fondazione fiera Milano) ne farebbero parte.
Proprio la Fondazione, però, era stata uno dei protagonisti che in estate aveva affossato la newco. E ieri non ha giovato a riavvicinare le posizioni la diffusione tramite agenzia stampa dei risultati dell’ispezione che il Pirellone aveva avviato a fine 2010 sull’operato della fondazione, accusata in buona sostanza di essersi allontanata dal suo core business per imbarcarsi in operazioni immobiliari. In una nota, Fondazione ha sottolineato che le critiche riguardano la gestione precedente, quella a guida di Luigi Roth, mentre nulla si può imputare all’attuale presidente Gianpiero Cantoni. A difesa del quale è sceso in campo anche Michele Perini, presidente di Fiera Milano: «La situazione attuale è stata provocata dalla gestione “immobiliarista” del passato».
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ALLARME FONDI

Domenica sul Sole 24 Ore
Sull’edizione di domenica 13 marzo si dava conto dei ritardi e delle difficoltà, da parte dei soci di Expo 2015 Spa, a onorare i propri impegni finanziari

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