
Strumento essenziale per vincere all’estero
La partecipazione alle fiere internazionali continua a costituire per le imprese italiane un’insostituibile occasione di presenza nel mondo. Ciò dipende dalle particolari caratteristiche del nostro sistema industriale che, a differenza di altri, non può contare sulla potenza di fuoco rappresentata da una capacità articolata e integrata di penetrazione dei mercati esteri.
Di qui il rilievo che viene accordato alle manifestazioni fieristiche, le quali rispondono al duplice scopo di assicurare sia visibilità sia contatti d’affari, in grado di tradursi in ordini.
La crisi degli ultimi due anni ha contribuito ad accentuare ancor più l’interesse degli operatori italiani per le fiere. Esse sono state utilizzate in due modi: anzitutto, per monitorare lo stato del settore di appartenenza e il suo grado di esposizione all’andamento e alle ripercussioni della crisi. In secondo luogo, come si è detto, per acquisire ordini e per costruire nuove relazioni economiche anche in un periodo di grande difficoltà.
Ne consegue, com’è naturale, che l’interesse degli operatori appare focalizzato fondamentalmente sulle fiere che hanno carattere specifico e settoriale, mentre assai minore risulta l’attenzione per quelle manifestazioni che tendono a definirsi soprattutto come “eventi” di richiamo generale. In questa luce, si possono considerare alcune azioni che avrebbero l’effetto di migliorare e di rendere più capillare la partecipazione delle imprese italiane alle fiere internazionali. Stanno acquistando crescente importanza i processi di integrazione di filiera tra le aziende, secondo una logica cooperativa che viene oggi promossa dall’associazionismo territoriale più avvertito. Tale legame, fondato su rapporti di scambio e di sinergia tra le imprese, potrebbe essere utilizzato anche al fine di assicurare una presenza internazionale più estesa e ramificata. Si tratta di una frontiera che andrà esplorata nel prossimo futuro.
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