
Si sblocca l’Expo, ok dei privati all’uso delle aree
All’ultimo giorno utile Fondazione Fiera Milano e la famiglia Cabassi hanno fornito una risposta positiva alla richiesta avanzata dal sindaco Letizia Moratti di mettere a disposizione le aree di loro proprietà per realizzare l’Expo 2015. Una disponibilità immediata e incondizionata.
Il consiglio generale di Fondazione Fiera Milano, a cui fanno capo 520mila metri quadri, ha votato la messa a disposizione delle aree fino al diciottesimo mese successivo alla fine dell’esposizione universale «in previsione della cessione della proprità delle aree» che diverranno poi definitivamente pubbliche e «della costituzione del diritto di superficie per le aree interessate da strutture e costruzioni temporanee».
È stato inoltre accettato di contribuire agli oneri di infrastrutturazione e urbanizzazione che verranno realizzati sul sito secondo quanto previsto dalle norme tecniche della variante urbanistica pubblicata il 20 settembre. La Fondazione, però, sottolinea la necessità di garantire la funzionalità del polo fieristico di Rho-Pero durante e dopo la manifestazione.
Una lettera analoga, ma i cui dettagli non sono stati diffusi, è stata inviata dalla famiglia Cabassi, proprietaria di 260mila metri quadri. Anche i costruttori milanesi nel loro testo hanno fatto riferimento al rispetto dell’accordo di programma. Accordo che è ancora ai primi passi, dato che la variante urbanistica sottoscritta il 16 settembre scorso e i cui contenuti sono stati resi disponibili quattro giorni dopo, dovrà poi essere approvata dai consigli dei comuni di Milano e Rho, quelli su cui insistono le aree. In sostanza, il 57% dei terreni in oggetto a fine Expo sarà acquisito definitivamente dai soggetti pubblici senza oneri, mentre il restante 43%, quello su cui si perfezionerà il diritto di superficie, tornerà ai privati. Secondo la variante urbanistica all’area è stato assegnato un indice edificatorio di 0,52 che sarà concentrato sul 40% dei terreni. Diversi dettagli, tra cui gli oneri per i privati, sono ancora da definire e non è escluso che nelle prossime settimane diventino motivo di contesa e di scontro tra i soggetti coinvolti.
«Quella definita – ha commentato Giampiero Cantoni, presidente Fondazione Fiera Milano – è una soluzione ritenuta percorribile da regione, provincia e comune e quindi accontenta tutti». In compenso le parole del presidente probabilmente mettono la parola fine alle speranze della regione di riproporre in un secondo momento la newco tra soggetti pubblici e privati. «Non abbiamo aderito alla newco – ha spiegato Cantoni – perché tale soluzione avrebbe penalizzato la Fondazione nell’aspetto patrimoniale».
A fronte delle lettere inviate dai privati, ieri è mancata la voce delle istituzioni. Il sindaco-commissario Letizia Moratti non ha rilasciato dichiarazioni in merito alla conformità delle risposte ricevute rispetto a quanto da lei richiesto una settimana fa. Anche dalla regione, che aveva preteso l’inserimento di clausole a tutela dell’interesse pubblico nell’operazione, non è giunto alcun commento.
matteo.prioschi@ilsole24ore.com
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