Rassegna stampa

Conti in rosso, Trieste manda in pensione la Fiera Spa

Calerà lunedì 27 settembre il sipario sulla Fiera di Trieste. Sessant’anni dopo il suo insediamento nel comprensorio di Montebello, l’ente generato ai tempi del Governo militare alleato, chiuderà le saracinesche per rimettersi alla razionalizzazione del sistema fieristico regionale voluto dalla giunta Tondo. A quella data è stata, infatti, aggiornata l’assemblea in cui i soci forti – camera di commercio, comune e provincia di Trieste – decideranno la messa in liquidazione della società, che nell’ultimo bilancio ha chiuso con un passivo di 500mila euro.
La fiera giuliana è in agonia da mesi. Già lo scorso 15 settembre l’assemblea dei soci avrebbe dovuto decretare la chiusura, ma la decisione finale di staccare la spina è stata posticipata in omaggio all’incontro promosso da Friulia nella giornata di domani, nel corso della quale l’ad Marescotti, leader dell’operazione di advisor voluta dall’esecutivo Tondo, incontrerà i rappresentanti dei tre enti fieristici regionali – Udine e Gorizia, Pordenone e Trieste – per aggiornarli sullo stato della ricognizione sulle tre società e soprattutto su una prima ipotesi di accorpamento.

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La fiera giuliana è l’unica a presentarsi con la bandiera bianca alzata: il passivo, i nuovi oneri (tra cui lavori di adeguamento per 100mila euro richiesti dall’Azienda sanitaria), le difficoltà a garantire gli espositori in una situazione di chiusura annunciata e, soprattutto, un comprensorio logistico pensato per gli anni Cinquanta e ormai inadeguato. «Abbiamo difficoltà di illuminazione, difficoltà di riscaldamento dei locali», denuncia il presidente Fulvio Bronzi, che assunse la guida della spa con la speranza di rilanciarla. Di volta in volta, nell’ultimo ventennio si era profilata per la struttura il trasferimento al Porto Vecchio o almeno nella zona delle Noghere, verso Muggia (Ts).
Nonostante la permanenza obbligata nei padiglioni di Montebello, non sono mancati i successi: la caffeicola “Triesteespresso Expo” aveva accresciuto del 18,5% i visitatori dal 2006 al 2008 e “Oliocapitale”, dedicata agli olii extravergine, ha raddoppiato i visitatori dal 2007 al 2010. «Le passività della Fiera sono in fondo riconducibili alle due nuove rassegne, “Spirits&Co” (dedicata alle grappe e ai superalcolici, ndr) e alla domotica – spiega Bronzi – e si sa che le nuove iniziative hanno bisogno di tre anni per portare a casa i risultati». Caffè e olio sopravvivranno al decesso della Fiera. «Per accordo tra gli enti – spiega Antonio Paoletti, presidente della camera di commercio di Trieste – le principali iniziative verranno prese in carico dalla Cdc attraverso l’Azienda speciale Aries».
La giunta regionale ha letto nella presenza di tre fiere una dispersione per un territorio troppo piccolo. Da mesi il vicepresidente Luca Ciriani aveva annunciato che l’esecutivo avrebbe chiuso il rubinetto delle risorse se non ci fosse stata una sola voce per le tre società. «Il mio collega Ciriani – annota l’assessore ai Lavori pubblici, Elio De Anna – non ha assunto una decisione d’imperio: ha detto solo alle fiere di mettersi d’accordo. Il mercato globale, il mercato elettronico, l’internazionalizzazione invocano una forte logica di sistema».
Paoletti non è tenero con gli interlocutori regionali. «Fiera Trieste – spiega – non ha ricevuto neanche un soldo, mentre gli altri hanno ricevuto finanziamenti per ripianare i passivi». Non c’è polemica, invece, nelle parole dell’assessore allo Sviluppo economico del comune di Trieste, Paolo Rovis. «Lo scioglimento della società – sottolinea – è una scelta obbligata, anche per le segnalazioni della Corte dei conti e per i nuovi limiti alle partecipazioni degli enti locali».
La chiusura di Fiera Trieste spa non corrisponderà, però, alla chiusura dei battenti degli attuali padiglioni, secondo Paoletti. «Il contenitore per le iniziative come “Oliocapitale” sarà sempre lo stesso, in accordo con il liquidatore».
Certo è che ora gli interessi economici che la Fiera rappresentava dovranno proiettarsi in un campo più grande, quello regionale, in cui Trieste vede però sparire le garanzie che la storia le aveva assicurato dal secondo Dopoguerra alla caduta di muri e confini.
Paolo Pichierri
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Fulvio Bronzi PRESIDENTE FIERA TRIESTE SPA

Struttura obsoleta. Abbiamo difficoltà di illuminazione e di riscaldamento dei locali. Le attuali passività sono figlie dell’avviamento di due nuove rassegne

I NUMERI

1948
Data di nascita
Costituita ai tempi del Governo militare alleato, la Fiera di Trieste, prima di trasferirsi nella sede di Montebello nel 1950, iniziò la sua attività campionaria alla Stazione marittima

-338mila
Il risultato netto del 2009
Nel prossimo bilancio, secondo il presidente della Fiera, il passivo è destinato ad aumentare in modo consistente

3
Soci di riferimento
Si tratta del comune, della provincia e della camera di commercio di Trieste. I soci sono 18 in totale

7
Manifestazioni annuali
Si tratta di “Triestespressoexpo”, “Oliocapitale”, “Spirits&Co”, “Domus Persona”, “Game” (dedicata al gioco), “Sailing Show” (in occasione della Barcolana) e “Tra un mese è Natale”

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