
«Corsia preferenziale alle nostre Pmi»
Ha un’idea precisa per il rilancio dell’economia e delle imprese palermitane. E non la nasconde: la Sicilia aiuti la Sicilia, è il motto che ripete sempre più spesso. E per rendere tutto più concreto ha preso carta e penna e ha scritto una lettera ai 400 enti pubblici della provincia di Palermo in cui chiede, nella preparazione dei bandi e nell’affidamento di lavori e servizi, di tenere conto delle peculiarità delle imprese del territorio: «Nessun favoritismo ma che almeno non ci siano clausole che portino a escludere aprioristicamente le nostre imprese che fanno cose di grande qualità e lo hanno dimostrato in tutto il mondo». Alessandro Albanese, 45 anni, amministratore di quattro aziende del settore arredamento, da poco più di un mese presidente di Confindustria Palermo, presidente del Consorzio di sviluppo industriale che ha insediamenti a Termini Imerese, Carini e Brancaccio a Palermo, rappresenta una nuova generazione di imprenditori che si è fatta avanti ed è arrivata al vertice dell’associazione degli industriali.
Presidente, qual è dunque la priorità?
Vede, prima di essere eletto io ho avviato un intenso dialogo con tutte le aziende associate e in particolare con le Pmi che sono 300: ho colloquiato a lungo con gli amministratori e titolari di queste imprese e ho ricevuto indicazioni che ritengo fondamentali.
Vediamole.
Le aziende chiedono di cercare nuovi mercati, di intervenire affinché la domanda torni a crescere. Noi registriamo un calo del fatturato del 30% e un calo degli ordinativi del 50 per cento.
Come fa l’associazione a cercare mercato o a crearlo?
Il ruolo di Confindustria deve essere quello della proposta e dell’attività di lobby con gli interlocutori istituzionali per far sì che siano fatte cose utili per le aziende.
Facciamo un esempio.
Io ho scritto nei giorni scorsi a 400 enti pubblici della provincia di Palermo. Una lettera che si può riassumere nel motto “La Sicilia aiuti la Sicilia”.
E cosa chiede?
Chiedo agli enti di acquistare prodotti e servizi made in Sicily. In pratica chiedo che nei bandi siano indicate le caratteristiche di prodotti siciliani e chiedo anche che le grandi aziende che vengono a lavorare qui da noi utilizzino i nostri prodotti.
Ma non c’è una violazione del principio di concorrenza in questa richiesta?
Certo che no. Ma a me non sembra giusto, solo per fare un esempio, che per certi lavori si indichi il marmo tunisino mentre noi siamo grandi produttori di marmo. O che siano indicate caratteristiche di prodotti che possono venire solo da fuori mentre le nostre aziende che fanno cose simili chiudono. A conti fatti questa attenzione potrebbe far recuperare quel 50% di ordinativi che si è perso.
Intravedo un altro rischio: che si delinei una sorta di economia autarchica.
Io credo che questo sia il risultato del federalismo. È normale è giusto che al Nord si facciano carte false pur di tutelare i produttori di latte che hanno sforato le quote? Ognuno sceglie il modo per tutelarsi. Noi pensiamo che questo sia il modo giusto.
Potrebbe cominciare il comune di Palermo.
Abbiamo chiesto che siano affidati ai privati lavori e servizi che in questo momento sono tornati nella gestione pubblica come la manutenzione delle strade o l’illuminazione.
E invece il Consiglio comunale ha deliberato la riapertura delle assunzioni nelle ex municipalizzate.
Già, e questo non ci sembra un grande segnale. Siamo consapevoli che esiste un grande problema sociale ma gli enti locali devono stipulare con le imprese un patto per lo sviluppo perché sono le imprese che garantiscono opportunità di lavoro. Non è escluso che parecchi lavoratori possano essere riassorbiti nel settore privato ma si cominci a tenere conto delle aziende che ci sono.
Lei ha lanciato il progetto per il recupero e la gestione dell’ente fiera di Palermo.
Esatto: c’è un gruppo di imprenditori pronto a investire capitale proprio senza contributi pubblici per creare un centro congressi, parcheggi, rilanciare le kermesse fieristiche. Stiamo aspettando il via libera da parte del commissario il quale però ha bisogno che il Comune rinnovi la concessione.
E a che punto è la pratica?
Io ho inviato una proposta al sindaco il quale sin da subito si è impegnato a supportare questo progetto ma la delibera deve essere fatta dalla giunta e in questo momento la giunta non c’è. Nei prossimi giorni potrebbero esserci novità.
Pensate anche all’Expo 2015 come opportunità per Palermo.
Esatto. Crediamo sia necessario tenere un evento anche a Palermo. Abbiamo avviato contatti perché ciò avvenga.
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Presidente
Alessandro Albanese