
L’automotive resta in bilico
La scommessa è quella di far ritornare a Bologna le case automobilistiche che durante lo scorso inverno, a causa della crisi, hanno in massa disertato l’ormai tradizionale appuntamento con il Motor Show.
Il road show per presentare ai grandi marchi dell’automotive l’edizione 2010 che si terrà dal 4 al 12 dicembre si è appena concluso e ora, fra i padiglioni di BolognaFiere, si attende la fine di luglio per fare la conta dei presenti e degli assenti: «Quella di quest’anno – spiega Giada Michetti, amministratore delegato di GL events Italia, la società che organizza la kermesse – è un’edizione importante, e non solo poiché avrà lo status di salone internazionale accordato ogni due anni dal calendario Oica, l’organizzazione internazionale dei costruttori d’auto. Ma anche perché è oggi più che mai necessario segnare una svolta di tendenza. Veniamo da un 2009 di tagli e riduzioni che ha colpito tutti i più importanti saloni internazionali dell’automobile, da Londra, che è stato cancellato, a Barcellona, che è sopravvissuto esclusivamente grazie ai finanziamenti pubblici della Comunità autonoma della Catalogna, fino a Tokio, che ha potuto contare sulla partecipazione delle sole case giapponesi».
Imparagonabile a una tradizione ultratrentennale di successi il Motor Show targato 2009: cinque giorni invece di undici, tutti dedicati allo sport con poco spazio per l’automotive: «In piena crisi e con le case automobilistiche costrette a ritirare la propria partecipazione per fare cost cutting – prosegue Michetti – abbiamo cercato di costruire un evento totalmente dedicato al nostro pubblico e i risultati sono stati comunque soddisfacenti, almeno da un punto di vista dei visitatori, che hanno superato i 460mila. Si è trattato di un chiaro messaggio di fiducia: il popolo del Motor Show si è dimostrato più forte delle avversità, della crisi e anche della pioggia e ha confermato la propria passione per i motori riempiendo i padiglioni».
Se il mondo delle fiere è lo specchio dell’Italia che produce, la vicenda del Motorshow racconta bene delle difficoltà che il settore automobilistico ha attraversato negli ultimi mesi: «Lo scorso hanno, a livello europeo, il mercato dell’auto è stato malgrado tutto sostenuto dagli incentivi alla rottamazione – sottolinea l’a.d. –, il problema sarà invece come chiudere il 2010 senza poter contare su una nuova lenzuolata di aiuti statali».
Non fa ben sperare l’encefalogramma piatto dell’andamento delle vendite del primo semestre dell’anno: «Qualora non intervengano nuove misure a sostegno della domanda, che sarebbero peraltro necessarie – stimano dal Centro Studi Promotor –, nell’intero 2010 le immatricolazioni di autovetture nel mercato europeo si attesteranno intorno a quota 13 milioni di unità, con un calo di circa il 10% sul 2009. Dopo un primo trimestre positivo (+9,5%) sostenuto dalla coda degli incentivi 2009 e dalle agevolazioni ancora in vigore, il mercato europeo è infatti in rapida frenata e a fine maggio ha ridotto il suo margine sul 2009 al 2,3%».
Ma, ricorda Giada Michetti, se è vero che l’Italia chiuderà il 2010 con 1,8 milioni di auto vendute, il nostro paese rimane pur sempre il secondo mercato europeo, «e a questo mercato – sottolinea – noi ci sentiamo di rispondere con un 35esimo Motor Show ai livelli delle passate edizioni». Presentata come ultima tappa del road show lo scorso 9 giugno in anteprima a Montreal, in concomitanza con il Gran Premio Mondiale di Formula Uno nell’ambito del l’evento “The Emilia Romagna Motor Valley in North America”, la manifestazione bolognese punta così a tornare nel novero delle grandi vetrine mondiali dell’auto: «L’obiettivo – conclude Michetti – è proprio questo e, per ora, la sensazione è quella di procedere nella strada giusta».
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