Rassegna stampa

Per la donna Firenze chiede aiuto a Milano

«Donna, per noi, significa sicuramente ricerca e trasversalità». Agostino Poletto, vicedirettore generale di Pitti Immagine, indica i connotati di Pitti “W”, la sezione dell’esposizione fiorentina dedicata alla moda femminile che si è celebrata a giugno scorso in contemporanea rispetto all’evento “Uomo”. «Pitti è un contenitore trasversale – prosegue Poletto –pensato per trovare le nuove tendenze del life-style moderno. La Donna è un salone nel salone: è stata la sesta edizione dedicata al genere, con 75 collezioni di marchi internazionali, ed è diventata un appuntamento strategico per le aziende».
Il bilancio dell’ultima edizione è soddisfacente secondo gli organizzatori. «È stato un evento che si è consolidato su collezioni importanti – afferma Poletto – buona l’affluenza, di qualità e concreta: ci sono stati molti acquisti. E questa volta abbiamo aggiunto delle fragranze da legare ai padiglioni e ai negozi». Il riferimento va alla novità dell’esposizione di quest’anno chiamata “Fragranze”, dove sono state presentate le novità della profumeria artistica internazionale. Anche in questa edizione c’è stata poi l’area speciale “Designer Collection”, riservata ai marchi che meglio interpretano il concetto di ricerca stilistica nell’eleganza femminile e in particolare quest’anno alle collezioni che esprimono l’eccellenza del Made in Italy, firmate da stilisti affermati e da nomi emergenti. O ancora i pop-up store, dove sono esposti articoli di complemento – che ormai hanno una dimensione commerciale autonoma – realizzati da giovani artigiani.
Idee nuove che, secondo gli operatori, trovano spazio grazie a segnali positivi. «Si respira aria di ripresa, c’è ottimismo e noi dobbiamo giocare un ruolo indispensabile in questa partita». E, per realizzare quest’obiettivo, Poletto parla anche dell’avvicinamento al polo italiano della moda: «C’è una politica specifica di Pitti “W” che riguarda Milano: lì noi abbiamo tre eventi in zona Tortona. Cerchiamo così di tessere sinergie costruttive con le altre manifestazioni milanesi, integrando, ad esempio, la Settimana della Moda». In ogni caso, «il compratore è ormai un grande professionista, e se trova motivi d’acquisto validi non ha problemi a spostarsi da Firenze a Milano: quello che conta veramente è il prodotto».
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