
«Export di know how e una comunità stabile tra operatori»
Dalla sesta edizione di Expo Italia real estate, Antonio Intiglietta, mente e motore della fiera milanese, ha tratto soprattutto una conclusione: la conoscenza è, in questo momento, la leva più efficace da opporre alla crisi dell’immobiliare. Quei 3.300, fra addetti ai lavori, giornalisti e politici, che fra l’8 e il 10 giugno hanno frequentato i 65 appuntamenti Eire lo hanno colpito quanto i risultati ottenuti, nonostante tutto, dalla manifestazione, con risultati in linea con quelli della scorsa edizione. I 3.300 lo hanno convinto che la conoscenza è il fattore su cui puntare per il rilancio del settore, oltre che per il successo di Eire, la cui prossima edizione sarà dal 7 al 9 giugno 2011. «Dobbiamo approfondire, incrociare dati, studiare. Tutti gli ambiti del real estate hanno bisogno di conoscenza per favorire un opportuno e intelligente sviluppo del mercato».
Questo è il primo filone sul quale si lavora «dal giorno dopo» in Gefi, la struttura di cui Intiglietta è presidente e che è responsabile dell’organizzazione dell’esposizione, valutando anche i contributi raccolti dal fronte estero. Un filone dal quale il mercato può aspettare anche nuove iniziative nel l’ambito della formazione e del l’aggiornamento («ci stiamo pensando» dice Intiglietta) e che, ovviamente, non sarà unico ambito di approfondimento. «Siamo al lavoro per mettere in continuità i rapporti e gli spunti ottenuti su tutti i fronti, anche quelli dei paesi esteri – continua il presidente di Gefi –. L’idea che ci muove resta quella di favorire la creazione di rapporti duraturi fra membri di una comunità attiva tutto l’anno. Alcuni operatori hanno totalizzato sino a 900 appuntamenti in pochi giorni e questo dice che la direzione è giusta».
Una comunità che non escluderà, anzi, i rappresentanti della pubblica amministrazione. Hanno già dimostrato interesse, ma andranno coinvolti in misura sempre maggiore per un corretto sviluppo del territorio. Nei prossimi mesi, inoltre, Eire ripeterà le missioni in Turchia, Montenegro, Malta, Nicaragua, Marocco e Brasile. Più o meno gli stessi paesi sui quali si conta di realizzare un efficace trasferimento di know how, a cominciare dal social housing.
Ma ci sono anche altri percorsi intrapresi da far fruttare per il bene del settore e in vista della prossima edizione. Uno di questi è tutto giocato sul terreno del federalismo demaniale. L’intenzione è monitorarne le dinamiche e gli sviluppi per tenere aggiornato il comparto. Le aziende devono potersi muovere al meglio man mano che le informazioni emergono. «Vogliamo anche realizzare un osservatorio sul social housing – aggiunge Intiglietta – per conoscere e approfondire tutti gli aspetti della materia in una dinamica che rischia di mettere in moto dieci miliardi di investimenti».
Anche gli altri temi trattati dai convegni istituzionali dell’edizione 2010 saranno coltivati nel corso dell’inverno: per il turismo, ad esempio, fa notare il presidente di Gefi, si cercherà di progettare uno strumento, potrebbe essere un borsino, che metta in contatto la domanda e l’offerta, sia nel campo del patrimonio e dei beni sia in quello delle opportunità di investimento. Anche la logistica sarà sorvegliata speciale. Obiettivo: captare dinamiche e opportunità di investimento anche all’estero. Ci sono paesi, dove è tutto da fare.
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I NUMERI
35 mila
I metri quadrati
Area espositiva occupata dalla sesta edizione di Expo Italia real estate 2010
473
Presenze
Le imprese e le istituzioni partecipanti, italiane e non
14 mila
Operatori professionali Provenienti da circa 50 paesi
326
Giornalisti accreditati
3.300
Partecipanti
Partecipanti ai 65 eventi organizzati nel corso della tre giorni