
Artissima 17 firmata Manacorda
La fiera torinese Artissima, rimasta orfana dopo la nomina di Andrea Bellini al Castello di Rivoli, prosegue il suo percorso verso la leadership del mercato fieristico italiano con una nuova guida, quella di Francesco Manacorda, incaricato dalla Fondazione Torino Musei lo scorso gennaio e impegnato alla produzione della sua 17ª edizione, dal 5-7 novembre.
«Artissima combina sinergicamente aspetto culturale e commerciale, e mira alla sperimentazione più avanzata, perché può contare su un pubblico garantito che manca alle istituzioni artistiche». Questo il punto forte della fiera torinese dell’arte cutting edge secondo il neo direttore Francesco Manacorda, già curatore alla Barbican Art Gallery e lecturer alla Royal College of Art. Molte le novità, a partire dal numero di gallerie, che passa da 127 a oltre 140, grazie ad un’abile operazione commerciale di riscoperta di un passato ancora poco valutato dal mercato dell’arte attuale, ma legato da affinità elettive con le proposte delle giovani generazioni internazionali. «Back To The Future», titolo della sezione, conta 24 gallerie che presentano otto, nove opere di un artista prodotte tra il 1960 e il 1979. «Tra i progetti selezionati non mancano quelli di artiste importanti, tra cui Maria Lai (da Isabella Bortolozzi, Berlino), Dadamaino (da Carlina, Torino) e Anna Maria Maiolino (da Raffaella Cortese, Milano)» racconta Manacorda. Salta, invece, «Constellations», spazio dedicato alle grandi installazioni sulla falsa riga di Art Unlimited di Art Basel, reo di non essere all’altezza della versione svizzera «a causa della crisi ma anche delle differenze strutturali dei mercati italiano e svizzero, più ricco di capitali» risponde il neo direttore, e non idoneo «a portare nuove gallerie, e quindi nuovi clienti, alla fiera». Tuttavia, merito anche dei contatti europei di Manacorda, che ha vissuto e lavorato a Londra per quasi dieci anni, tornano opinion leader internazionali come Lisson Gallery, «che recentemente sta lanciando artisti giovani ma forti sul mercato che interpretano bene l’offerta della fiera». Resta e si arricchisce il focus sulle giovani gallerie d’avanguardia, quelle della sezione «New Entries» (stand da 170 euro/mq, invece che 220euro/mq della Main Section, ndr), che passano da 19 a 30 con l’esordio di proposte fresche e interessanti come Seventeen a Londra e Fluxia a Milano, che ha festeggiato un anno di attività con il debutto in fiera lo scorso giugno a Liste, Basilea. L’offerta galleristica è integrata da «Poesia in forma di rosa», un calendario di iniziative che spazia dal design alla letteratura, dal cinema alla danza, in una struttura concepita ad hoc dal collettivo raumlaborberlin all’interno della fiera. Dietrofront dunque rispetto all’idea di coinvolgere la città, come il progetto «Accecare l’Ascolto», che con le sue 7mila presenze nei 5 teatri storici cittadini aveva acceso lo scorso anno le polemiche sulla strategia concorrenziale della fiera rispetto alle gallerie.
«Il mio scopo è creare massa critica intorno al lavoro dei galleristi» spiega Manacorda, che anticipa anche l’avvenuta riconciliazione con la fronda guidata da Alfonso Artiaco e Lia Rumma che l’anno scorso contestò la scelta di Bellini di offrire con il catalogo un libro di sue interviste che includeva colleghi non presenti in fiera. E annuncia un catalogo doppio per Artissima 17: un’agenda che raccoglie i contatti dei galleristi, e un’inedita unità doityourself, che potranno comporsi i visitatori con un sistema di printing on demand. «È un modello di catalogo innovativo e “democratico”; per i galleristi, cui è data carta bianca in termini di rappresentazione del proprio lavoro, e soprattutto per i collezionisti, che decidono quali schede prendere e conservare» conclude un soddisfatto Manacorda, che spiega come l’impegno degli enti promotori di Artissima 17 non è cambiato: «La Fondazione Torino Musei ha ricevuto dagli enti pubblici 640mila euro, come l’anno scorso, mentre i due enti bancari – Compagnia di San Paolo e Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT – contribuiscono per un totale di 170mila euro, cui si aggiungono i 75mila euro della Camera di Commercio di Torino». E le aspettative sul fronte dei ricavi privati? «Dovremmo riuscire ad attestarci di nuovo su 1,5 milioni di euro, comprendendo i pagamenti dei galleristi, le sponsorizzazioni monetarie e il valore di quelle tecniche. Riuscirà a superare i 45mila visitatori dell’edizione 2009? Sara Dolfi Agostini
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