
Da OroArezzo primi spiragli per i gioielli
Un rapporto più stretto con il mondo della moda e il lancio di un progetto di business retail per l’industria orafa. La 31a edizione di OroArezzo, in programma nella città toscana da oggi al 13 aprile, presenta numeri incoraggianti: 453 espositori (+10% rispetto al 2009) e 260 selezionati buyer internazionali ospiti della fiera. Ma soprattutto propone nuovi modelli di approccio al mercato dove, negli ultimi dieci anni, la quota dell’oreficeria italiana si è praticamente dimezzata a livello mondiale (nel solo 2009 l’export è calato del 23,1%). Il progetto di business retail, che sarà presentato lunedì dal Consorzio produttori orafi aretini (un centinaio d’aziende non solo toscane), guarda alla possibilità di creare una catena di distribuzione in franchising. «L’idea è quella di avvicinarci al consumatore, per capire meglio e più rapidamente le tendenze della moda», spiega Dario Micheli, presidente del Consorzio e della sezione orafi di Confindustria Arezzo. «Nessuno dei nostri soci conosce il cliente finale e questo, oltre a penalizzare le imprese in termini di margine operativo, ne limita anche la capacità progettuale e la progettualità».
Lo studio di fattibilità, finanziato anche con fondi regionali della Toscana, sarà pronto entro l’anno. La prospettiva è di aprire un primo negozio pilota all’interno di un centro commerciale o nel cuore di una grande città. Da decidere se mono o multi-marchio. «Naturalmente ogni azienda sarà libera di aderire all’iniziativa – aggiunge Micheli – e faremo in modo che il progetto sia aperto, lasciando cioè la possibilità di aggregare altri partner». L’alleanza con il mondo della moda, oltre che attraverso le sfilate di Premiere, dove vengono presentate le creazioni tendenza per il 2011, si concretizza nella mostra Gold Up, ideata in collaborazione con Vogue Gioiello. «Puntiamo a coniugare due eccellenze nazionali, quella glamour della moda e quella sofisticata del gioiello – commenta Raul Barbieri, direttore di Arezzo fiere e congressi –. Gli abiti icona delle più grandi maison italiane e i gioielli in oro e pietre preziose creeranno un mix di grande suggestione». Basterà a rilanciare un settore in difficoltà da anni? Il distretto aretino, che rappresenta oltre il 35% dell’export nazionale (al secondo posto Vicenza con il 28%), ha retto relativamente meglio degli altri l’urto della crisi generale (-17,7% il calo del 2009), e i primi mesi del 2010 sembrano aver riportato un po’ di sereno nel cielo del settore.
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