
La Cina nel mirino delle Pmi
Natascia Ronchetti
In maggioranza dei settori moda e meccanica, sono già 116 le aziende emiliano-romagnole presenti in Cina, con uffici di rappresentanza o insediamenti produttivi. Un numero destinato ad aumentare, con il coinvolgimento di quasi 300 imprese nella partecipazione della Regione all’Expo di Shanghai, che si terrà dal prossimo 1° maggio al 31 ottobre nella città cinese. Di queste, 86 (raggruppate in 14 Ati, Associazioni temporanee di imprese) hanno avuto accesso ai contributi, in tutto 1,5 milioni di euro messi a bando da Viale Aldo Moro per sostenere la penetrazione delle aziende nel mercato asiatico, soprattutto attraverso la partecipazione a manifestazioni fieristiche e incontri business to business.
La Cina del resto si sta rivelando sempre di più un importante sbocco commerciale per il sistema produttivo regionale: tra i Paesi dell’area Bric è infatti l’unico che nonostante la crisi economica ha visto aumentare il valore delle esportazioni dall’Emilia-Romagna, oltre 887 milioni di euro nel 2009 con una crescita del 4,6% sul 2008. Gli obiettivi della partecipazione regionale all’esposizione universale di Shanghai – dove l’ente avrà un proprio stand all’interno del padiglione Italia, dal 1° al 15 settembre – saranno illustrati oggi dalla Regione al Novotel di Bologna.
«Quella cinese – spiega Ruben Sacerdoti, responsabile dello Sportello regionale per l’internazionalizzazione delle imprese – è una delle economie con i tassi di crescita più alti. Noi abbiamo cercato di concentrare gli eventi ai quali parteciperanno le aziende nei primi venti giorni di settembre. E questo è un altro passo nella direzione dello sviluppo del forum Italia-Cina nel settore meccanica per affrontare i temi dell’innovazione tecnologica e della collaborazione industriale». Alle 86 aziende che hanno beneficiato del bando si affiancheranno altre 30 imprese che hanno manifestato interesse a partecipare alle iniziative promozionali della Regione. Di queste ultime il 43% è costituito da imprese bolognesi, seguite da aziende ravennati (23%) e modenesi (20%). E proprio al commissario di Bologna Anna Maria Cancellieri l’assessore regionale alle Attività produttive Duccio Campagnoli ha presentato il programma di Viale Aldo Moro con le iniziative “cinesi” per le aziende locali «nell’ottica – spiega Campagnoli – dell’impegno comune degli enti locali». Un impegno, quello dell’assessore, che continuerà anche in virtù dell’incarico di vicepresidente della Fondazione Italia-Cina guidata da Cesare Romiti.
Tra i settori produttivi i più rappresentati sono quelli dell’abitare, delle costruzioni e della meccanica. Per quanto riguarda il bando, con un cofinanziamento sulle spese ammissibili fino a un massimo del 75%, la parte del leone la fa il Modenese, con 20 aziende, seguito dalla provincia di Bologna (17 imprese) e da quelle di Ravenna e Reggio (entrambe con 12 aziende). Per supportare l’internazionalizzazione la Regione ha incaricato tramite gara una società di consulenza, la bolognese Gateway China, che affiancherà le aziende nel percorso promozionale nel Paese asiatico.
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OLTRECONFINE
887 milioni
L’export verso la Cina
L’anno scorso l’Emilia-Romagna ha incrementato del 4,6% il valore delle merci vendute in Cina, per il 95% prodotti del manifatturiero. In testa è il segmento dei macchinari (553,4 milioni), seguito dai mezzi di trasporto (quasi 69 milioni)
-29%
Il trend dell’import
Nel 2009 sono invece diminuite le importazioni dalla terra di Mao, 1,9 milioni di euro in tutto contro gli oltre 2,7 dell’anno precedente. Di questi flussi in entrata, circa un terzo è rappresentato da prodotti del tessile-abbigliamento
116
Le imprese in Cina
Sono soprattutto moda e meccanica i settori di appartenenza delle decine di aziende emiliano-romagnole già presenti in Cina con uffici di rappresentanza o insediamenti produttivi. Di queste, 86 sono raggruppate in Ati e hanno avuto accesso agli 1,5 milioni messi in palio dalla regione per agevolare la penetrazione nel mercato asiatico