
Live Nation e Gl verso l’accordo
Le fiere e i convegni a Gl; sport, convention e musica a Live Natione e Setup. Dopo quasi un anno a colpi di carte bollate, intesa vicina per l’eredità di Torino2006. Una vera e propria “pax olimpica” che dovrebbe mettere d’accordo gli americani di Live Nation, insieme con la torinese Setup diventati soci di maggioranza della Parcolimpico Srl, e i francesi di Gl, di casa al Lingotto.
Quello che si profila è un gentlmen agreement che vedrebbe i due storici rivali del mercato dell’entertainment spartirsi la piazza torinese, con la benedizione degli enti locali. Infatti l’obiettivo perseguito in queste settimane dal vicesindaco Tom Dealessandri e dall’assessore regionale Andrea Bairati, è quello di tenere legati alla città i due operatori. Come? «Definendo nei dettagli gli ambiti di competenza di entrambi», dicono in Comune e in Regione. La formula non è ancora stata definita, ma l’oggetto della transazione è chiaro: Gl, sconfitta nella gara per la concessione trentennale degli impianti ma forte delle recenti pronunce del Tar (corroborate da una recente ordinanza della Corte di Cassazione), sarebbe pronta a ritirare i ricorsi in cambio di una dichiarazione di non belligeranza dai rivali di Live Nation sul fronte delle fiere e del congressuale, oltre ad alcune garanzie da parte degli enti locali per gli ultimi interventi sul polo del Lingotto (in particolare, la realizzazione della manica di collegamento tra l’Oval e i vecchi padiglioni).
Per la cordata che oggi guida la Parcolimpico, invece, l’intesa equivale a risolvere la questione in tempi rapidi e certi. Esattamente quel che serve per «non far perdere la pazienza al quartier generale di Live Nation», dice Giulio Muttoni, consigliere delegato della Parcolimpico. Che non fa mistero della tensione crescente tra gli americani: «Se non si definisce la vicenda entro le prossime settimane, c’è il rischio concreto che la disponibilità di Live Nation venga ritirata».
Proprio lo scenario che l’intesa dovrebbe scongiurare. «Una volta che il quadro sarà definito – prosegue Muttoni – potremo concludere in tempi rapidi la messa a punto del piano eventi sullo sport e firmare i primi contratti con gli sponsor». Il fondatore della torinese Setup assicura di avere sulla scrivania diverse proposte da parte di partner di caratura internazionale, «che però prima di legarsi con noi per cinque anni vogliono avere la garanzia del fatto che non ci siano ulteriori strascichi legali». Per quanto riguarda lo sport, invece, «stiamo predisponendo un piano rivoluzionario», preannuncia Muttoni. Per la sua elaborazione sono stati reclutati esperti da tutto il mondo, e dalle prime anticipazioni emerge che «al 70% sarà concentrato in montagna e solo al 30% in città».
Dunque sarebbe evitato il rischio, paventato nei mesi scorsi, di un eccessivo Torino-centrismo: «Stiamo pensando a un piano globale che veda coivolta la città e le valli in modo unitario», assicura Muttoni. Anche se sul fronte delle risorse mette le mani avanti: «Il piano si potrà realizzare solo con il contributo del pubblico. Noi, da soli, non possiamo permetterci di tenere aperte strutture in perdita come la pista di bob o i trampolini del salto». Se tutto andrà come deve, il nuovo socio di maggioranza di Parcolimpico punta a portare in utile i conti della società nel giro di 18-20 mesi. «Abbiamo progetti grandiosi: un festival del jazz nelle montagne olimpiche, un parco avventura, convention da 6-7mila partecipanti». E poi i concerti, «un programma che già in autunno ci vedrà portare al palasport star mondiali. Che per la loro data italiana sono pronte a scegliere Torino e non più Milano».
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2,15 milioni La concessione. Live Nation e Setup hanno versato oltre 2 milioni per l’eredità di To2006
250 milioni Il valore degli impianti. In base all’ultima stima realizzata dal Politecnico di Torino
18-20 mesi Per il pareggio. I nuovi gestori puntano a portare in utile la Parcolimpico entro due anni
Giulio Muttoni CONSIGLIERE PARCOLIMPICO
L’obiettivo. «Puntiamo a portare all’utile i conti della società entro i prossimi 18-20 mesi. Ma per gli impianti in quota servono fondi pubblici»
GLI IMPIANTI
Il Palasport
Realizzato a due passi dallo stadio olimpico, è il fiore all’occhiello dell’eredità di Torino 2006 perché può ospitare concerti, convention, fiere ed eventi sportivi. Nel 2009 ha ospitato 27 eventi, per un totale di 97 giorni di apertura (l’anno prima erano stati 138)
Il Palavela
Completamente ristrutturato per i Giochi da Gae Aulenti, è diventato uno dei templi cittadini del ghiaccio; non a caso è proprio qui che in questi giorni si stanno disputando i Campionati mondiali di pattinaggio di figura
La pista di bob
Aperto per 89 giorni l’anno scorso, è l’impianto più costoso per quanto riguarda le spese di manutenzione ordinaria, superiori al milione l’anno. La cordata Live Nation-Setup si è offerta di tenerla aperta solo in presenza di aiuti pubblici: tra le ipotesi sul tavolo, lo storno dell’avanzo di gestione, pari a circa 10 milioni, dell’Agenzia Torino 2006
I trampolini del salto
Realizzati a Pragelato, sono chiusi dall’agosto scorso, quando hanno ospitato una prova della coppa del mondo estiva di salto. Accanto all’impianto, c’è anche una struttura ricettiva attualmente in attesa di trovare un nuovo ente gestore