
Per risparmiare l’innovatore va alla fiera con il camper
Il camper è parcheggiato a pochi metri dai padiglioni. Massimo De Marziis esce vestito di tutto punto, completo blu, badge, la barba appena fatta. È il presidente della Green Planet, una Pmi di Torino. Si affretta con il collega Gian Maurizio Menconi, con cui ha diviso l’angusto giaciglio. «Guten morgen», dicono al guardiano dell’area. Ingollano un tazza di caffè, un brodo peggio di quello francese; cinque minuti a piedi ed ecco l’ingresso della fiera. Per arrivare fin qui hanno macinato più di 1.100 chilometri in due giorni (con sosta nella Foresta nera sferzata da vento e neve), risparmiando su aereo, albergo e trasporto dei materiali. Così possono partecipare al Cebit, salone internazionale di riferimento per l’Ict.
Benvenuti ad Hannover, capitale della Bassa Sassonia, terra dove operò a lungo e morì lo scienziato filosofo Gottfried Wilhelm von Leibniz, centro di un territorio ricco di carbone e ferro, complessi siderurgici, chimici e tessili. Di primo mattino fa un freddo cane. Al Cebit, concluso sabato scorso, si rimedia consumando le scarpe: 21 immensi padiglioni, 4.500 espositori, oltre 450mila visitatori, in prevalenza professional.
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È come se la città raddoppiasse: molti – ad alberghi in overbooking – affittano camere. I piemontesi sono la pattuglia più rappresentativa tra gli italiani(13 su 26, con 11 imprese e due enti di ricerca): formichine operose, tenaci e combattive. Un passaggio d’obbligo per «Think up» (www.ict.to.camcom.it/ict/), progetto dedicato allo sviluppo dell’Ict subalpino e coordinato da Rosanna Viola. Promosso dalla Camera di commercio di Torino – sull’azzeccato modello di From concept to car –, ha tre partner tecnici: il Centro estero per l’internazionalizzazione, Csi e Fondazione Torino Wireless. Gli stessi che stanno lavorando con il sistema confindustriale al Tosm (www.tosm.it – Torino Software System Meetings) in calendario al Lingotto dal 25 al 27 maggio prossimi.
De Marziis, 47 anni, ha molta gavetta alle spalle. La sua impresa ha un nucleo di otto persone e un fatturato annuo sui 600mila euro. Hanno creato una piattaforma web per il monitoraggio delle catene alimentari (www.sivaitaly.com): con più applicazioni consente, per esempio, il controllo dei mezzi agricoli con localizzazione Gps, della tracciabilità di un prodotto tramite etichetta digitale e persino della radiazione solare potenziale di un’area in modo da progettare il miglior impianto arboreo. Lo stand si popola, l’imprenditore si scusa: deve parlare con il manager di un’azienda portoghese di cartografia interessata a una collaborazione: «Ogni lasciata è persa». «Verissimo», gli fa eco Vincenzo Migliasso, president e ceo della Microntel (www.microntel.com) di San Mauro Torinese. Primo impiego all’Olivetti dei tempi che furono, ex dirigente del Gft, guida un’impresa familiare con 26 addetti (45 con le partecipate) e un giro d’affari di 4 milioni. Il bilancio 2009 ha tenuto ai livelli 2008: un successo, dati i tempi. Producono sistemi web based per il controllo della produzione e dell’accesso del personale. Ha 71 anni, non sta fermo un attimo: «Pochi giorni fa abbiamo siglato un accordo con la svizzera Omnibus, incontrata qui ad Hannover proprio l’anno scorso. L’estero è terreno difficile, ma è una chance su cui bisogna investire».
Poco distante, i tavolini numerati per gli incontri tecnici del brokeraggio tecnologico. «Un’opportunità strategica», assicura Giampiero Masera, responsabile dello sviluppo territoriale della Camera di commercio di Torino: «Le nostre Pmi hanno lo spirito giusto. I prodotti innovativi non risentono della crisi. Trovassero finanziatori consistenti potrebbero avere sviluppi impensabili…». Più in là tiene banco Isaac (www.isaacrobot.it), piccolo robot umanoide calciatore, battezzato così in onore dello scrittore di fantascienza Asimov. Attorno, i giovani studenti del Politecnico di Torino che lo spiegano con piglio da scienziati in erba: Eric Orso, Denis Silvestre, David Meliga, Mara Sola. Il team fa sperimentazione sulla robotica applicata al football. Uniscono competenze elettroniche, meccaniche, informatiche. «Stiamo preparando il quarto prototipo per la Robocup 2011 di Istanbul – raccontano –. Utilizziamo tecnologia open source e schede fatte a mano».
Intanto, sfrecciano come bersaglieri Massimiliano Cavallo e Marco Borzino, partner di Hicare Research (www.hicare.it) di Torino. «Non c’è tempo da perdere, la concorrenza è agguerrita, ma noi siamo avanti», ripetono come un mantra. Il loro gioiellino si chiama Lilith ed è una notevole soluzione nella business intelligence. Permette di avere sotto controllo al meglio la gestione aziendale; in velocità e complessità di analisi straccia qualsiasi alternativa su database comuni. «L’Europa è molto “brandizzata”», precisano. Traduzione? «Conta il marchio e meno l’idea. In Giappone e negli Usa ci hanno offerto grandi opportunità solo in base al merito». Non è un caso se questo pool, guidato dal fisico Roberto Marchisio, tutti con esperienze di lavoro all’estero, si è appena conquistato la nomination a Hi-tech pioneer 2011 dal World Economic Forum.
Piccoli Bill Gates crescono? Il fiuto non manca. Federico Ranfagni è ceo dell’Incomedia (www.incomedia.eu) di Ivrea che ha trovato l’eldorado in Website5, software per la costruzione di siti web. Lo racconta con il fratello Stefano, dalla postazione dove si fermano in molti (il pubblico è b2b, ma c’è pure qualche ragazzone tedesco che ha bigiato la scuola…). Fatturavano 400mila euro nel 2006, adesso sono a quota 1,6 milioni, il 60% all’estero: presenti in 40 Paesi, hanno tradotto il programma in 18 lingue, tra cui bulgaro, ucraino e kazako. «Il Cebit ci sfianca – ammettono –, ma riusciamo ad avere una quarantina di meeting con i distributori di tutto il mondo». Transita Elena Cigliano del Csp (www.csp.it), ente di ricerca che ha elaborato applicativi multitouch screen per Italia 150; la segue Alberto Ciaramella di Intellisemantic (www.intellisemantic.com), inventori di un motore di ricerca “semantico”. Sono stati selezionati per parlare al Future Talk, frequentato anfiteatro fieristico. Poco oltre, Gianluca De Cantis con lo staff di Ltt (www.logitagtech.it) fa provare un sistema per la sicurezza sui cantieri e in fabbrica che utilizza la tecnologia Rfid già presente su molti cellulari. Sì, ad Hannover si è presentato un piccolo drappello d’avanguardia nell’Ict, fors’anche nell’approccio alla vita e al business. Lavoro, idee, obiettivi chiari. Ma chi l’ha detto che gli imprenditori piemontesi si lamentano soltanto e non hanno lo spirito giusto per agganciare la ripresa?
Francesco Antonioli
francesco.antonioli@ilsole24ore.com
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