Rassegna stampa

Le aziende chiudono per mancanza di addetti

Se l’agricoltura piange l’industria agromeccanica non ride. Le attività dell’una e dell’altra sono talmente intrecciate tra loro, che non sorprende vedere come al segno rosso del settore primario (la produzione 2009 delle coltivazioni è calata del -5,5%, con punte del -21% per il frumento tenero e -39% per il grano duro), segua inevitabilmente un segno di uguale intensità per l’agromeccanica.
Consuntivi definitivi non se ne fanno ancora, ma mentre l’Unacoma denuncia di tagli del 30% dell’export di macchine agricole, la Tractor agricoltural observatory (Tao) di Verona riferisce di una morìa di piccole aziende attive nella produzione e distribuzione di macchine agricole. Calo che è generato in prevalenza dalla mancanza di personale tecnico da avviare nel mondo del lavoro.
Da qui l’idea di VeronaFiere di creare all’interno di Fiera Agricola, che apre i battenti domani, uno spazio (Agrilabor) mirato a favorire i contatti tra aziende e giovani studenti che hanno scelto l’indirizzo agroindustriale.
I dati di questo depauperamento sono impressionanti.
L’osservatorio Tao riferisce di cessazione di attività nel 2009 di almeno il 10% su un totale di 3mila aziende. A pagare lo scotto più pesante sono state le imprese con un fatturato sotto i due milioni, ridottesi di almeno il 30 per cento. Tanto basta per fare il paio con quanto accaduto nel settore primario, con la chiusura nel 2009, secondo la Cia, di 30mila piccole aziende.
La cause del depauperamento che affligge il mondo agricolo e quello dell’industria agromeccanica sono in parte comuni e si sommano ad altre più specifiche dei singoli settori. Nel primo caso, la difficoltà più evidente è la mancanza di ricambio generazionale: i figli dei titolari delle imprese a rischio, al momento di decidere, preferiscono intraprendere strade diverse da quelle dei genitori, stante il continuo calo del reddito d’impresa.
Una stima di Coldiretti riferisce di tagli nel 2009, e solo in agricoltura, di circa 1,5 miliardi, mentre Confagricoltura fa salire a due miliardi la perdita accumulata nell’ultimo quinquennio.
Elemento distinto che caratterizza e mette a disagio l’industria della meccanica agricola è, appunto, la difficoltà delle imprese a trovare personale tecnico da inserire nel ciclo produttivo. Un aspetto, questo, di forte impatto economico e sociale e che, per molti versi, appare incredibile oggi, vista la forte crescita del numero di disoccupati nel Paese.
Una ricerca di mercato promossa dall’associazione dei concessionari di macchine agricole, Unacma, ha rilevato che su un campione rappresentativo di imprese, buona parte di esse aveva necessità di assumere personale per potere continuare la propria attività.
Le proiezione della ricerca sul mercato hanno poi permesso di evidenziare che il settore nei prossimi due anni, per mantenere gli stessi standard produttivi attuali, avrà bisogno di almeno 1.500-1.800 nuovi occupati tra meccanici di officina, elettronici, ricambisti, addetti al noleggio, venditori. Insomma, personale giovane da assumere e che, assurdamente, oggi è difficile trovare.
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