Rassegna stampa

Le fiere ripartono da Venezia

Proclami e solenni impegni sono da tempo chiusi in un cassetto. La grande Fiera unica del Veneto, magari con un quartiere tutto nuovo, non si farà mai. Troppo lontane le posizioni degli interlocutori. Troppo deboli e indecisi i politici. Troppi interessi e potenziali voti da andare a toccare. Anche l’evoluzione del settore negli ultimi anni non ha certo aiutato.
Padova è andata a fare storia a sé con i francesi di Gl Events che ovviamente sono tutt’altro che interessati a un unico soggetto regionale.
Vicenza sta vivendo una crisi non facile, ha in carica solo da un mese un nuovo presidente, Roberto Ditri, e deve darsi rapidamente strategie per il futuro.
Verona ha continuato la sua corsa in solitario, andando a siglare accordi ora con Vicenza, ora con l’ingresso nel capitale di Venezia Fiere che sono sembrati più una sorta di bandierina conficcata su un terreno da coltivare che un qualcosa di già concreto. D’altra parte nessuno si muove volentieri se non ha le spalle abbondantemente coperte a livello istituzionale. Ditri a Vicenza ha incassato il successo della “sua” prima fiera orafa che ha registrato un incoraggiante +36% di operatori, ma per non sbilanciarsi troppo ha decretato lo stop ad About J, la manifestazione esterna che quest’anno era in programma a Venezia.
«Abbiamo due macro obiettivi – spiega –, il primo è consolidarci nel terzetto delle fiere mondiali di riferimeto per l’oreficeria, il secondo trovare uno spazio qualitativamente importante per eventi locali o nazionali in grado di dare valore aggiunto alla Fiera e al territorio, sul fronte economico e sociale».
Intanto si ritrova anche a dover decidere con urgenza sul grande progetto di rifacimento immobiliare della Fiera: il Consiglio di Stato ha appena sbloccato un cantiere da 70 milioni che, visto con gli occhi di oggi, potrebbe sembrare sovradimensionato rispetto a esigenze e obiettivi sul tappeto.
Su Verona si rischia di andare sul già detto. La Fiera gode ottima salute. Il direttore Giovanni Mantovani l’ha trasformata in una poderosa macchina da guerra che, unica in Italia, ha chiuso in attivo anche il bilancio 2009, il presidente Ettore Riello ha portato una ventata di idee, determinazione e imprenditorialità.
Eppure la partita più importante sembra si vada a giocare altrove, dalle parti di Venezia. In attesa del nuovo governo regionale, posto che indichi il settore come una priorità, è in atto una sorta di guerra di posizione. I grandi progetti immobiliari del quadrante di Tessera e di Veneto city non nascondono l’idea di diventare anche contenitori di prestigiose manifestazioni. Fiere nuove, moderne, giocate più sulla rete che sugli spazi, vetrine con eventi ad altissimo valore aggiunto e mirati alla esclusività. Chi gestirà il tutto? I privati di ExpoVenice si stanno muovendo molto ma VeneziaFiere, pur essendo in una fase di riflessione sul futuro, non ha alzato bandiera bianca. Verona, socio importante di Venezia Fiere, tace in attesa di benedizioni istituzionali. Opportunità e potenzialità di un progetto di questo tipo sono condivisi ben più che la Fiera unica. Il problema è capire se questo tassello del grande disegno del Veneto futuro avrà pari dignità dell’impegno immobiliare.
claudio.pasqualetto@ilsole24ore.com
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I NUMERI

82 milioni
Il fatturato
Nel preconsuntivo 2009
di VeronaFiere. L’ebitda
è di 10,5 milioni, 660mila sono i mq venduti l’anno scorso nel quartiere fieristico veronese che ha ospitato 42 manifestazioni
e 1, 1 milioni di visitatori
70,7 milioni
Gli investimenti
Sono indicati nel piano industriale 2010-2014 di VeronaFiere con l’obiettivo di arrivare nel 2014 a superare come fatturato la soglia dei 104 milioni
1 miliardo
L’indotto
È il valore stimato
sul territorio
per VeronaFiere
17.969
I visitatori professionali
È la cifra raggiunta da First, la prima manifestazione orafa di Vicenza nel 2010; un anno fa erano stati 13.1

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