
Le linee anti-sisma
Al Made 2010 un filo conduttore collega idealmente l’intero mondo del progetto e del costruito: il Forum delle Costruzioni che con incontri scientifici ricchi di risvolti operativi approfondirà le novità normative che stanno avendo e avranno sempre di più effetti decisivi per il rilancio dell’edilizia sulle direttive dell’efficienza, dell’ecosostenibilità e della sicurezza. Fra tutti, con la sua ancora drammatica attualità, si impone l’argomento della messa in sicurezza sismica degli edifici da considerare più che un limite, un’opportunità e una sfida tecnologica per i progettisti e per l’industria delle costruzioni. E i concorsi di architettura e ingegnerizzazione degli edifici in Europa, in Giappone e negli Usa premiano ormai soprattutto opere ad alta sostenibilità e flessibilità strutturale.
Giorgio Monti, ordinario di tecnica delle costruzioni all’Università La Sapienza di Roma e membro del comitato scientifico del Progetto Case per l’Abruzzo, è uno dei massimi esperti di sicurezza sismica in particolare nell’applicazione di quella cosiddetta del “letto di molle” o Tmd, Tuned mass dumper, e di quella dell'”isolamento sismico”. «Nell’edificio Euro Sky di Roma in corso di realizzazione gli ultimi due dei 33 piani risultano separati dal resto della struttura da un Tmd che smorza sia le forti oscillazioni del vento sia quelle sismiche agendo in controtendenza – spiega Monti –. A Tivoli l’università la Sapienza sta seguendo due di 11 edifici privati preesistenti dove si applica la tecnica dell’isolamento sismico che consente di tagliare letteralmente, sollevare l’immobile addirittura con dentro le persone e interporre i dispositivi di isolamento sismico». In Abruzzo sono state inserite nelle strutture degli edifici delle gigantesche croci che in caso di terremoto assorbono l’urto danneggiandosi ma salvando l’edificio come del resto è accaduto per quei palazzi che con il recente terremoto hanno avuto minimi danni. Questi dispositivi vengono successivamente sostituiti con altri nuovi pronti per irrigidire nuovamente le strutture.
Progettare e costruire in sicurezza sta diventando anche agli occhi dei profani un “affare” collettivo. «Le grandi opere di architettura e ingegneria edilizia da tempo tengono conto delle criticità ambientali inglobandole nel progetto e risolvendole – sostiene Cesare Casati, direttore della rivista internazionale di architettura «L’Arca», Compasso d’Oro 2004 –. Innanzitutto secondo i crismi della contemporaneità. L’estetica stessa è un componente della contemporaneità e il linguaggio del l’epoca ne riflette le tecnologie più avanzate rispondendo ai problemi più impellenti con soluzioni altamente sostenibili. L’estetica oggi significa trasparenza e leggerezza; l’involucro è una pelle hi-tech che lascia intravvedere l’interno. E il prossimo obiettivo dell’architettura in evoluzione – continua – sarà quello della città in verticale, affascinante problema questo, posto dallo sviluppo di torri come quella di Dubai. Dobbiamo cioè studiare bene l’urbanistica verticale, che ha un’impiantistica, traffici interni ed esterni molto complessi come il trattamento dell’aria, i forti venti e le escursioni termiche». Ovvero il bello dell’architettura e della tecnologia degli edifici del futuro del quale Made Expo 2010 offre un’anteprima reale.
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