
Aperto il maxi-cantiere Citylife
MILANO – Raddrizzare la torre di Libeskind per salvarne la realizzazione. Perché così non piace al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che la definisce «orribile», ma soprattutto perché così come l’ha pensata l’architetto americano costa troppo. «Cercheremo di raddrizzarla un po’ in modo da economizzare il più possibile; una torre storta costa di più» ha detto ieri il patron di Fonsai, Salvatore Ligresti all’apertura ufficiale dei cantieri di CityLife: «Nella fase esecutiva si cerca di risparmiare e una torre storta costa di più» ha aggiunto l’imprenditore.
Così nel giorno dell’inaugurazione dei lavori che dovranno trasformare l’ex Fiera di Milano restano due incognite. Da un lato il destino delle tre torri firmate da Daniel Libeskind, Zaha Hadid e Arata Isozaki, dall’altro l’annuncio del piano finanziario atteso dall’estate.
«Oggi festeggiamo l’apertura di un cantiere che realizzerà un’area di 366mila metri quadrati – ha detto l’ad di CityLife Claudio Artusi – con zona pedonale, residenze esclusive, uffici, servizi e un parco di 160mila metri quadrati. Tra poco annunceremo il rifinanziamento completo». Un’operazione necessaria da quando la variante urbanistica ha fatto salire i costi da 1,7 a 2,1 miliardi (a leva per 1,6) costringendo i soci del consorzio ad aumentare il proprio impegno. Prima con un aumento di capitale da 105 milioni a ottobre, poi con la ristrutturazione del piano finanziario con Mediobanca, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Calyon e Bpm che hanno già deliberato il nuovo business plan, per una quota di capitale coperto pari al 72%. Manca ancora il via libera del capofila Eurohypo. I tedeschi sono sono stati travolti dal terremoto derivati, ma ieri il direttore generale per l’Italia, Fabio Bandirali, era decisamente ottimista auspicando di concludere la trattativa tra il 15 e il 31 gennaio. «Siamo fiduciosi di chiudere in tempi brevi» ha tagliato corto Claudio Toti, numero uno di Lamaro Spa.
«Non è stata e non sarà una passeggiata – ha aggiunto Artusi –, ma abbiamo avuto il coraggio di partire in un momento difficile. E ora anche lo scudo fiscale potrebbe aiutare», a vendere gli immobili, già opzionati per 100 milioni, ma anche a trovare eventuali nuovi finanziatori. «Di certo i lavori, che impiegheranno 4mila persone e mille aziende, si concluderanno entro il 2015, ma forse anche prima. Sarebbe meglio» ha continuato l’ad di CityLife.
Sempre ieri Ligresti ha smentito un’uscita dalla compagine azionaria con una vendita a Impregilo («non ci penso nemmeno»), mentre si è limitato a un «no comment» Toti che però ha avviato la dismissione delle partecipazioni romane di Lamaro. Non è quindi improbabile che sul tavolo di Impregilo sia arrivato anche il dossier CityLife. L’inaugurazione dei cantieri è stata salutata con ottimismo dal governatore Roberto Formigoni, che prima ha definito «certa» la sua candidatura alle regionali, poi ha aggiunto: «Questo è un pezzo storico della Milano che ha puntato verso la modernità che cambia ulteriormente». Gli ha fatto eco il sindaco Letizia Moratti: «Questo progetto dimostra che la nostra città è capace di innovare».
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