Rassegna stampa

In ascesa i prezzi brasiliani

Negli incanti di «latino americana» del 17-19 novembre il settore Moderno del comparto brasiliano ha rappresentato il 90,85% del volume realizzato da Sotheby’s e il 95,74% del totale di Christie’s (tutti i prezzi citati non includono buyer’s premium). «Relief» di Sergio Camargo, venduto da Sotheby’s per 1,35 milioni $ (al triplo della stima) è addirittura stato il secondo miglior risultato della stagione di aste di «Latin American Art» appena conclusasi. Anche i contemporanei hanno dimostrato forza, benché al di fuori delle vendite specializzate. I tre lotti di Vik Muniz offerti da Sotheby’s nella Contemporary Art Day Sale del 12 novembre sono passati di mano rispettivamente per 65mila $ («After Gerard Richter», stima 30-40mila $), 150mila («The Best of Life Portfolio», base d’asta 50-70mila $) e 220mila $ per «Bloody Marylin».
Buoni gli acquisti anche alla fiera di New York, Pinta 09 – 7 gli espositori brasiliani su 60 – che il prossimo giugno sbarcherà a Londra. L’arte sudamericana è ancora al centro della scena in questi giorni con 19 galleristi all’8ª edizione di Art Basel Miami Beach, molto frequentata dal collezionismo latino, dove due lavori di Muniz presentati da Sikkema Jenkins sono proposti a 40mila $.
Benché siano Rio de Janeiro e San Paolo i centri nevralgici del commercio di arte brasiliana, a livello internazionale è New York la piazza più strategica, dove nel 1979 Sotheby’s inaugurò la prima asta del settore. Non giunge inaspettato dunque il tentativo di Phillips de Pury & Co. di fare il proprio ingresso nel mercato. La casa d’aste, controllata dal colosso del lusso Mercury Group, ha infatti lanciato lo scorso 3 ottobre «Latin America», un evento che non ha tuttavia convinto, riuscendo a totalizzare solo 1,48 milioni $ contro una attesa di 2,89-3,98 milioni.
Per comprendere a fondo le dinamiche che governano il mercato d’arte brasiliana e il suo crescente apprezzamento è necessario, però, osservare altri fattori. Oltre a Sotheby’s e Christie’s, ci sono gli incanti di numerose case d’aste locali – Bolsa de Arte, James Lisboa Escritório de Arte, Evandro Carneiro Leilões, Aloisio Cravo Art Auctions, Escritório de Arte Soraia Cals – che tuttavia mancano della necessaria trasparenza per permettere un’analisi approfondita.
Prima che dal mercato l’attenzione verso l’arte brasiliana e i suoi rapporti con la comunità internazionale nasce dalla critica, come dimostra l’influenza della Biennale di San Paolo, capace di fare decollare l’attività stessa del Museo de Arte de São Paulo – fondato nel 1947 da Assis Chateubriand e Pietro Maria Bardi – e ricostruito proprio nell’area che aveva ospitato le prime biennali. Proprio il MASP è tuttora tra le principali mete museali assieme al Museu de Arte Contemporânea de Niterói di Rio de Janeiro e al Museu de Arte Moderna Aloísio Magalhães (MAMAM) di Recife. San Paolo è la capitale artistica del paese, con un numero di gallerie decisamente imponente. La prima a dedicarsi al contemporaneo nel 1970 fu Luisa Strina, oggi gallerista di artisti affermati. Galeria Fortes Vilaças, fondata da Marcantonio Vilaça, è stata strumentale nel portare artisti americani ed europei all’attenzione del mercato locale e, soprattutto, nel promuovere giovani artisti – ora di fama internazionale – come Beatriz Milhazes, Anna Varejão, Ernesto Neto e Mauro Piva. Esce dagli schemi classici la galleria A Gentil Carioca di Rio de Janeiro: fondata nel 2003 da tre artisti – Márcio Botner, Laura Lima ed Ernesto Neto – è gestita con altissima attenzione all’aspetto curatoriale; organizza dieci mostre all’anno e ha il merito di lanciare sul palcoscenico internazionale autori giovanissimi e promettenti. Tra gli spazi commerciali più influenti si distinguono Progetti – fondata a Rio de Janeiro in collaborazione tra Niccolò Sprovieri, direttore di Sprovieri Progetti Londra, e Paola Colacurcio – Casa Triângulo, Galeria Millan e Galeria Vermelho. L’unica fiera brasiliana esclusivamente dedicata all’arte moderna e contemporanea, che dal prossimo 29 aprile al 2 maggio celebrerà la sua 6ª edizione, è SP Arte (Feira Internacional de Arte de São Paulo). Ma l’interesse per il Brasile è forte anche in Italia: fino al 14 febbraio 2010 il Centro Pecci di Prato ospiterà «After Utopia» un’indagine sul rapporto tra arte e società nel Brasile odierno condotta attraverso le opere di artisti della levatura di Caldas, Chaves, Muniz, Komatsu, Marepe, Neto, Meireles e Oiticica.
Alessandro Lorenzetti

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