
Pressing Ucimu sulle fiere locali
MILANO
«Sei, ne ho piazzati sei». Luca Biglia sorride, mentre indica con le mani gli ordini di torni appena realizzati con nuovi clienti. Biglia è uno dei tanti imprenditori che in questi giorni affollano a Milano l’Emo, principale appuntamento fieristico per il comparto delle macchine utensili. Aggirandosi tra gli stand si osservano volti più distesi. La parola ripresa ancora si pronuncia con cautela, ma la caduta di ordinativi sperimentata all’inizio del 2009 è un fenomeno che sembra superato. «Va meglio del previsto – spiega il direttore generale di Ucimu Alfredo Mariotti – e soprattutto dal Far East si vedono segnali positivi, di ripresa degli ordini».
Spiragli di luce che però non sgombrano del tutto il campo dai problemi di una congiuntura difficile, dalle strozzature del credito, dalle incertezze sulla tenuta del trend. «Il settore – spiega il presidente di Ucimu Giancarlo Losma – è strategico per la nostra economia e chiediamo al governo un’attenzione particolare per sostenere la filiera».
E accanto alle idee già in parte annunciate e ribadite ieri al viceministro Castelli (dalla rottamazione dell’usato per rilanciare gli ordini alla sospensione temporanea di Basilea 2) spunta ora l’ipotesi di una riforma a costo zero: la centralizzazione statale della competenza sulle fiere internazionali.
In sintesi, l’Ucimu vede una proliferazione eccessiva delle manifestazioni sul territorio, una parcellizzazione che obbliga gli operatori a sostenere costi aggiuntivi a fronte di benefici non del tutto verificabili. Mercoledì prossimo i rappresentanti della categoria incontreranno la commissione Attività produttive della Camera per chiedere appunto uno spostamento di competenze dalle regioni allo stato. «Il federalismo – spiega Losma – in questo caso non è la risposta giusta. Le regioni si muovono in ordine sparso e organizzano eventi fieristici di validità e portata variabile. Chiediamo che sulle grandi fiere internazionali la competenza torni allo Stato, in modo da garantire pochi grandi eventi in grado di catalizzare l’attenzione di tutti gli operatori».
La proposta concreta di Ucimu si articola in quattro richieste. Anzitutto l’individuazione per ciascun settore della fiera internazionale di riferimento. La manifestazione individuata dovrà essere inserita nell’accordo di settore tra ministero dello Sviluppo e associazione di categoria. Necessaria, inoltre la revisione della legge che regola i calendari delle mostre, con una regia centralizzata che eviti sovrapposizioni. Dovranno passare almeno sei mesi tra la manifestazione di riferimento e le altre relative al settore. Al ministero dello Sviluppo economico si chiede poi di diramare direttive per un regolamento uniforme per le fiere internazionali, iniziando dai requisiti per avere tale qualifica e dal finanziamento della promozione all’estero degli eventi.
Infine, si auspica l’elaborazione di una strategia di medio periodo di respiro internazionale per il comparto fieristico, tenendo in conto l’assoluta necessità di puntare su quartieri espositivi dotati di reale vocazione internazionale. «Il settore va sfoltito – conclude Losma – per evitare di confondere gli operatori e costringerli a sostenere costi sempre più elevati».
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