
Accelera il dossier nucleare
BARI. Dal nostro inviato
Si doveva parlare soprattutto di Sud, politica economica e ripresa ma alla fine è il nucleare, con la sua coda di polemiche, a rubare la scena dell’inaugurazione della 73a Fiera del Levante di Bari. L’apertura ufficiale quest’anno è toccata al ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola chiamato a sostituire il premier Silvio Berlusconi, a Milano per i funerali di Mike Bongiorno. E dopo il discorso di rito sulle potenzialità inespresse del Mezzogiorno il tema forte diventa l’energia.
A margine della cerimonia d’apertura, a chi gli chiede del possibile ruolo di Ansaldo ed Edison, oltre a Enel, nella realizzazione dei nuovi impianti, Scajola risponde che «l’Italia non importerà centrali dalla Francia o da altri paesi e che le industrie nazionali avranno un ruolo importante nella costruzione del nucleare». Potrebbero aprirsi dunque nuove prospettive, come sembrano confermare anche le parole del ministro russo dell’Energia, Sergej Shmatko, che proprio ieri non ha escluso un possibile coinvolgimento di società italiane nella costruzione di sette centrali nucleari in Europa centrale.
Al momento però la pratica più urgente è l’individuazione delle centrali sul suolo italiano (12 reattori in 3/4 impianti). Scajola ribadisce che entro tempi rapidi – il prossimo febbraio – verranno fissati i criteri per la localizzazione delle nuove centrali e bolla come spazzatura le indiscrezioni trapelate in queste settimane sui possibili siti. «Sarei contento se fosse scelta un’area vicina a casa mia», dice, e a conti fatti sembra una risposta indiretta al presidente della Regione Nichi Vendola che poco prima nel suo discorso dal palco della Fiera del Levante aveva sbandierato «il no non negoziabile» della Puglia al nucleare.
Schermaglie, che contribuiscono a rendere un po’ più acceso il clima di una giornata contrassegnata inevitabilmente dall’assenza di Berlusconi che rompe una lunga tradizione. La cerimonia si apre con un video che raccoglie immagini storiche di 80 anni di inaugurazioni e capi di governo, da Mussolini ad Aldo Moro, Andreotti e Spadolini. Dietro le quinte il sindaco di Bari Michele Emiliano prova ad accendere la discussione sui timori del premier per il clima che si respira nella città del sistema-Tarantini – «se Berlusconi avesse voluto avremmo potuto cambiare il programma» – ma Scajola e il ministro degli Affari regionali Raffaele Fitto smorzano subito il tentativo: «Una polemica fuori luogo, perché un funerale di Stato ha la priorità nell’agenda della presidenza del Consiglio».
L’eco delle inchieste sulle escort e sulla sanità pugliese però non si spegne. Vendola chiede di «non fare della questione morale una clava» e a breve distanza Scajola invita a «volare alto, oltre le bassezze di queste settimane». In platea, ad ascoltare, c’è il neoprocuratore capo di Bari Antonio Laudati e c’è tutta la Bari che conta, ansiosa di emanciparsi dalle vicende di questi mesi: banchieri, imprenditori, politici, parlamentari pugliesi, un sistema in crisi di immagine.
Poi l’intervento del ministro entra finalmente nel vivo dell’argomento più atteso. Per il Mezzogiorno, preannuncia Scajola, si studia l’introduzione di un sistema di fiscalità di vantaggio che attivi nuovi investimenti nel turismo. Subito arriva il sì convinto di Cristiana Coppola, vicepresidente Confindustria per il Mezzogiorno, anche se il meccanismo dovrà superare i prevedibili dubbi di Bruxelles in tema di aiuti di stato.
Immancabile, poi, un capitolo da dedicare al Fondo aree sottoutilizzate, l’ormai celebre Fas. Scajola riconosce che una buona fetta di queste risorse è stata dirottata verso emergenze anti-crisi, poi preannuncia che a breve, in un incontro tra Berlusconi e le regioni interessate, saranno sbloccati i Programmi ancora in attesa, a cominciare evidentemente da quello messo a punto dalla Puglia e rimodulato dai tecnici del ministero dello Sviluppo. Di certo, comunque, la crisi non offre nuove risorse, per questo il «piano decennale» per il Sud sembra tradursi soprattutto nel tentativo di spendere meglio ciò che resta a disposizione. «Grazie alla proroga ottenuta in sede europea – spiega Scajola – abbiamo potuto spendere completamente i 43 miliardi di euro della programmazione 2000-2006 e prevediamo di utilizzare tutte le risorse disponibili per il 2009, pari a 6,5 miliardi». Poi un rapido passaggio sulle infrastrutture prioritarie, dalla Salerno-Reggio all’alta velocità Napoli-Bari, e sugli ultimi contratti di programma firmati (compreso quello di Termini Imerese, con la Regione siciliana che preannuncia un intervento di 350 milioni).
Nel governo, dice il ministro, c’è l’ambizione di un Mezzogiorno che diventi «piattaforma energetica e logistica», che sia inoltre più attivo a tutela della legalità e, con l’entrata a regime del federalismo fiscale, più responsabile nel comportamento delle classi dirigenti.
Ma alla fine la sensazione è che, se la Fiera del Levante doveva essere l’occasione per sperimentare una sorta di patto per il Sud con le amministrazioni di centro-sinistra, si è trattato di un’occasione mancata. «Troppi slogan e poche certezze» tagliano corto Vendola ed Emiliano, in attesa che siano sbloccate le risorse Fas e che si concretizzi davvero la promessa della fiscalità di vantaggio.
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