
Per Cibus la sponda del governo
Fate la pace o il successo di Expo 2015 rischia di uscirne compromesso. «Vi sarei pertanto grato per un Vostro qualificato intervento, utile a ricondurre i rapporti tra Fiera Milano e Fiere di Parma a una positiva dialettica, compatibile con gli obiettivi fissati dal governo a livello europeo».
La lettera riservata, datata 20 luglio 2009, è firmata Gianni Letta ed è indirizzata al governatore lombardo Roberto Formigoni, grande azionista della fiera ambrosiana, e al sindaco di Milano, Letizia Moratti. Ma poi di mezzo c’è stata la pausa agostana dunque tutto è aggiornato ai prossimi giorni.
Il casus belli Milano-Parma è noto. A marzo le due fiere, con il placet dei rispettivi sindaci, siglano un memorandum dopo anni di concorrenza fratricida. Nessuna ipotesi di aggregazione, ma un impegno congiunto per la specializzazione del calendario fieristico. Parma, con Cibus, dovrà dedicarsi al retail; Milano, con Tuttofood, sulla ristorazione.
Sembra(va) un nuovo inizio. In realtà i due enti alla fine non si mettono d’accordo e tutto finisce in ghiaccio. Da Parma si accusa Milano, in vista dell’Expo, di voler rubare Cibus per portarselo in Lombardia. Da Milano si taccia invece Parma di voler cedere il gioiello Cibus ai francesi dell’Agricole, azionisti decisivi della fiera parmense. Se questo è il pregresso, con la lettera del Sottosegretario di Palazzo Chigi il dualismo si arricchisce di un capitolo inedito allargando la dimensione dello scontro dal semplice campanilismo tra fiere a nientemeno che la riuscita finale di Expo. Perché Parma significa soprattutto Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e uno dei distretti agroalimentari più importanti d’Europa, decisivo per un esposizione che punta su questi temi.
Scrive non a caso Letta nella sua missiva: «A seguito dell’insediamento a Parma di Efsa, ottenuto grazie alla determinazione del presidente Berlusconi in sede europea, il governo ha investito importanti risorse per far sì che intorno all’attività di questa agenzia comunitaria possa svilupparsi un vero e proprio polo europeo per la sicurezza alimentare. Alla luce di tutto ciò lo stesso Berlusconi ha fortemente sostenuto la strategia di accordo tra Milano e Parma insostegno alla candidatura per Expo 2015 e nella promozione di iniziative comuni capaci di contribuire ad affermare il primato del modello agroalimentare italiano nel mondo. Per questo – ammonisce Letta – il riaccendersi di una situazione conflittuale tra Fiere di Parma e Fiera Milano renderebbe estremamente complessa la realizzazione di iniziative coordinate compromettendo la stessa partecipazione di Efsa a progetti comuni internazionali sulla sicurezza alimentare in vista di Expo 2015».
Insomma un pressing fermo ed evidente, pur nel tipico linguaggio felpato lettiano. Anche perché dietro c’è un chiaro indirizzo politico che spinge per una sinergia Milano-Parma. Capitolata due anni fa, la città emiliana è l’unico capoluogo espugnato dal Pdl nella terra più rossa d’Italia, grazie al successo dell’attuale sindaco Pietro Vignali, amministratore stimato a Palazzo Chigi.
Ci sono poi consuetudini musicali consolidate sulla scia del binomio sempre fertile note & banconote. Da Cariparma-Agricole che intrattiene una partnership con l’Accademia d’Arti e Mestieri del Teatro alla Scala alla Mediaset di Fedele Confalonieri, presidente del Comitato per le Celebrazioni Verdiane e membro del Comitato d’Onore di Parma Capitale della Musica. Insomma un canovaccio in cui il cotè fieristico gioca in un campo ben più ampio, dove la politica conta eccome fino a coinvolgere, nel caso di non risoluzione del dualismo, fa capire Letta a Formigoni e Moratti, le sorti stesse dell’Expo milanese.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IL DOCUMENTO
In alto uno stralcio della lettera riservata che il sottosegretario di Palazzo Chigi, Gianni Letta, ha inviato il 20 luglio scorso a Roberto Formigoni, presidente della Lombardia (grande azionista di Fiera Milano), e al sindaco di Milano, Letizia Moratti. Nella missiva Letta chiede di intervenire per risolvere il contenzioso aperto tra l’ente fieristico ambrosiano e quello di Parma. Pena il difficile coinvolgimento all’interno di Expo 2015 (dedicato proprio all’alimentazione) dell’Efsa, l’agenzia europea per la sicurezza alimentare basata nella città emiliana. Senza sinergie, fa capire il governo, si rischierebbe nientemeno che una cattiva riuscita dell’evento espositivo.