
«L’Expo non fermi la Fiera di Rho»
No ad un Expo 2015 ridimensionato di quasi due miliardi di euro né a un evento che sposti dal futuro sito ufficiale all’attuale quartiere fieristico di Rho gli stand per ospitare i paesi stranieri.
L’ipotesi, rilanciata ieri da alcuni organi di stampa, allarma non poco Cfi, l’Agenzia di Confindustria per le Fiere che rappresenta 17 Organizzatori e copre oltre la metà degli spazi espositivi annui di Fiera Milano, con 20.000 espositori e un milione e mezzo di visitatori. Il motivo? «Il quartiere diventerebbe inagibile alle fiere tradizionalmente in calendario dalla metà di aprile alla metà di novembre 2015, fasi di allestimento e disallestimento di Expo incluse», denuncia il segretario generale di Cfi, Franco Bianchi. Ma la soluzione lascia molto perplessi anche sul lato della logistica. «Le fiere specializzate su scala nazionale, infatti, hanno una rigidità di calendari dovuta alla concorrenza internazionale ed alla stagionalità dei prodotti, per cui un gioco ad incastro appare molto problematico».
E comunque, per Cfi, «un’eventualità del genere imporrebbe quanto meno un piano strategico di sistema che coinvolga Organizzatori, Quartieri fieristici e Associazioni delle categorie di riferimento per evitare rischi per l’economia generale del Paese».
Sempre ieri, sia il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, che l’ad di Milano Expo 2015 Spa, Lucio Stanca, hanno smentito recisamente qualsiasi ipotesi di piano B e di ridimensionamenti di sorta su Expo 2015. «Francamente non ne sono a conoscenza», ha tagliato corto Formigoni. «Stiamo lavorando in contatto costante con il governo e con le altre istituzioni interessate, sorvegliando perché ogni euro sia speso con il massimo di efficacia». Poi, che debba essere un Expo innovativo e non caratterizzato da «gigantesche opere – ha spiegato – lo avevamo escluso fin dall’inizio».
«Non sono a conoscenza di nessun piano B», ha confermato Stanca. «Per quanto riguarda gli stanziamenti del governo alla società Expo 2015 Spa, questi sono già stati decisi». Tra l’altro «un eventuale ridimensionamento del progetto dovrebbe essere presentato al Bie e questo porterebbe molto probabilmente ad un annullamento dell’organizzazione dell’Expo a Milano».
Nonostante le rassicurazioni, il deputato del Pd, Vinicio Peluffo, ieri ha presentato un’interrogazione al premier Berlusconi e al ministro dell’Economia Tremonti per chiedere chiarimenti sul presunto ridimensionamento degli investimenti. «Credo che la volontà del governo sia di arrivare alla scadenza del prossimo anno, che prevede l’assegnazione definitiva, per farsi respingere il progetto», ha chiosato Peluffo. «La verità è che palazzo Chigi non ha mai voluto realmente l’Expo».
Nel frattempo, ieri la giunta comunale di Milano ha approvato e concesso l’uso a titolo gratuito alla Società Expo 2015 del primo piano di Palazzo Reale. Fungerà da sede di rappresentanza.
M.Alf.
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