Rassegna stampa

Il sistema fiere diversifica

Sport, tempo libero e congressualistica. Nel futuro (e nei bilanci) di Udine e Gorizia Fiere Spa ci sono queste tre parole, sintetizzabili più semplicemente con il termine multifunzionalità. «L’ottica che seguiamo – spiega il direttore della società, Maurizio Tripani – è quella di favorire la multifunzionalità degli spazi fieristici nel loro insieme, puntando a un utilizzo in grado di andare oltre alle giornate strettamente dedicate alle singole manifestazioni. In questo senso ci stiamo muovendo per fare in modo che i padiglioni possano accogliere, tra gli altri, concerti, feste e spettacoli».
La società, nata nel 2006 dalla fusione delle due aziende fieristiche di Udine e Gorizia, prevede nei prossimi dodici mesi investimenti complessivi per 14 milioni, di cui 8 sull’impianto del capoluogo friulano e 6 su quello isontino, in quest’ultimo caso gestiti operativamente dalla Camera di commercio goriziana.
Gli interventi previsti a Udine sono quelli più ambiziosi. Tra questi, figura ad esempio la riattivazione della centrale idroelettrica interna al complesso, alimentata dalle acque del canale Ledra. «L’obiettivo è riuscire a diventare autonomi sotto il profilo energetico, andando poi a vendere elettricità alla rete – aggiunge Tripani –. Contestualmente, puntiamo a una valorizzazione ambientale del corso d’acqua e delle sue sponde, raccordandoci al vicino parco del Cormor». L’idea è di integrare il quartiere fieristico con questa grande area verde, particolarmente amata dagli udinesi. Padiglioni e piazzali saranno “allacciati” con il parco attraverso la realizzazione di percorsi attrezzati e l’abbattimento di una serie di muri e recinzioni. Occorre farsi trovare pronti, insomma, per l’ormai prossimo trasferimento dell’orto botanico cittadino che Provincia e Università si apprestano ad effettuare.
Il centro visitatori che sarà attivato potrebbe rappresentare lo snodo ideale tra fiera e Cormor. «Il disegno strategico che abbiamo sviluppato – fa notare il direttore – prevede la messa in rete di queste due realtà, puntando a più ampie sinergie anche con il vicino centro commerciale “Città fiera” (che da solo nei fine settimana garantisce un afflusso di oltre 50mila persone nella zona, per circa 6 milioni di clienti all’anno, ndr), con lo stadio “Friuli” e con il palasport “Carnera”». Tutti punti di riferimento molto vicini fra loro geograficamente (si sviluppano lungo la tangenziale ovest di Udine) che però non sono mai stati messi davvero in connessione fra loro.
Fin qui, la partita che si gioca all’esterno del complesso fieristico. All’interno, infatti, esistono – come anticipato – delle altre priorità per le quali sono stati stanziati 2 degli 8 milioni. La prima consiste nel completare gli adeguamenti delle reti tecnologiche e la messa in sicurezza degli impianti. La seconda nell’ampliamento di alcuni padiglioni. «Lavori con i quali renderemo più flessibili e funzionali gli spazi oggi a disposizione – chiarisce Tripani –. Non tanto per accogliere altri stand espositivi quanto per rendere più agevole l’organizzazione di convegni e di altri appuntamenti congressuali».
All’ordine del giorno non sono previste dunque nuove fiere: i 14 eventi annuali in cartellone tra Udine e Gorizia, con il loro oltre mezzo milione di visitatori globali, sembrano essere più che sufficienti. L’unica eccezione è rappresentata da una nuova fiera dedicata all’Est europeo che si potrebbe tenere già questo autunno nel capoluogo isontino. O, al più tardi, nella prossima primavera.
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