Rassegna stampa

Il mobile rilancia il made in Italy

MILANO
Adda passà ‘a nuttata, la nottata deve passare. Il distillato di filosofia napoletana calza a pennello per questa Milano che domani inaugura i Saloni 2009 nel polo esterno della Fiera, a Rho, all’insegna dell’ottimismo della volontà. Specie quella di chi ha continuato a investire, come nulla fosse, senza timori da recessione galoppante, nella più prestigiosa Fiera mondiale del design.
Tutt’intorno agli spazi fieristici brulica un indaffaratissimo formicaio di almeno un milione di persone, che lavora senza sosta per onorare i tempi di apertura. «Per ognuno dei 1.200 espositori al solo Salone internazionale del Mobile, un terzo dei quali viene dall’estero, lavorano almeno trecento persone, tralasciando, ovviamente, l’indotto» calcola, a spanne, Carlo Guglielmi, presidente di Cosmit, la società che organizza l’Evento (ormai promosso con tanto di E maiuscola). Un segnale, questo, che secondo Guglielmi «vale più di cento calcoli e statistiche».
Il popolo dei Saloni, quest’anno, potrà arrivare ancora più numeroso grazie ai collegamenti meglio rodati rispetto agli anni scorsi che faranno la loro parte per garantire quel flusso di almeno 300mila visitatori atteso per tutti e quattro i Saloni (oltre al Salone del mobile, quelli del Complemento d’arredo, Euroluce e Salone Satellite), perchè da oggi la stazione ferroviaria di Rho-Fiera entra a regime. Collegata con un tunnel pedonale alla fermata della metropolitana Rho-Fiera e ai padiglioni, con partenze ogni quindici minuti dalla rete di stazioni locali dell’hinterland. Tutta Milano, del resto, grazie ai Saloni acquista nuova vita, specie di notte.
Sullo sfondo, resta il bollettino di cifre diffuse da Federlegno Arredo sull’andamento del settore che registra un calo del 4,3% del fatturato alla produzione 2008 del settore arredamento, architrave dell’intero comparto. Congiuntura peraltro confermata dall’indagine dell’Ufficio studi di Intesa Sanpaolo sui bilanci non consolidati di 2mila aziende del settore: fatturato del mobile 2008 bloccato a -3,6% e, soprattutto, esportazioni giù del 4,5% con «un deterioramento delle condizioni di domanda nei primissimi mesi del 2009, in primis da Regno Unito, Spagna e Stati Uniti, ma anche da Paesi emergenti come Russia e Opec».
Qualche segnale, però, di inversione di rotta potrebbe presto profilarsi all’orizzonte. «L’Istat ha appena diffuso i dati su una ripresa degli ordini dall’estero a febbraio su gennaio pari al 3,5% – commenta Fabrizio Guelpa, dell’ufficio studi Intesa Sanpaolo – peccato che questo dato nulla ancora ci dica, in disaggregato, del settore mobili, sicuramente tra i più sensibili al drastico calo della domanda. Ma, sinceramente, è la prima volta, da settimane, che registriamo una cifra con il segno positivo».
Se l’industria in Italia chiuderà il fatturato 2009 a quota -10%, par di capire, è probabile che nell’arredamento si registri una diminuzione da due o cinque punti in più. «Finora, i tentativi di dare impulso alla domanda interna, anch’essa stagnante, non hanno prodotto i risultati sperati. Impossibile allo stato dei fatti valutare l’impatto delle agevolazioni concesse dal Governo – conferma Rosario Messina, presidente di Federlegno –. Noi pensiamo però che sarebbe meglio modificare l’attuale meccanismo».
C’è anche un chiaro segnale di positiva internazionalizzazione, proprio nei settori che hanno visto una tenuta del made in Italy. Anche questa può essere una chiave per imboccare la risalita. «Nei mobili per ufficio e per fini specialistici, l’Italia addirittura ha recuperato nella vendita di componenti per mobili e soprattutto per cucine, in quelle porzioni di filiera trasferite all’estero. Purtroppo – aggiunge il rapporto Intesa Sanpaolo – in un contesto di forte trasformazione che ha visto crescere d’importanza certi comparti produttivi e sbocchi commerciali, l’Italia ha subìto un significativo calo delle quote di mercato, specie per l’imbottito, dove la quota si è dimezzata. Il ridimensionamento più contenuto ma sempre pronunciato si è verificato nel settore camere da letto, sedie e altri mobili di legno».
La colpa? Della Cina, innanzitutto: tra il 2002 e il 2007 ha triplicato la quota di mercato nell’imbottito, salita al 41%, nelle sedie (40%), nelle camere da letto (32%), nei mobili per ufficio (20%).
Forse soltanto nel settore dell’illuminazione la resistenza è ancora forte. «Vedremo. Sembra quasi un miracolo, chissà. In effetti le cifre del preconsuntivo 2008 ci penalizzano di meno», ammette Piero Gandini, presidente di Assoluce.
rita.fatiguso@ilsole24ore.com

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