Rassegna stampa

Fiera Milano torna al dividendo

MILANO
Fiera Milano torna all’utile nel 2008, mostrando un risultato netto di 4,1 milioni contro la perdita di 15,1 milioni del 2007. L’ebitda ha segnato un incremento a 33,1 milioni dai 7,1 dell’anno precedente, grazie alle acquisizioni effettuate, alla razionalizzazione dei costi operativi e ad alcune operazioni non ricorrenti. I ricavi consolidati si sono invece attestati a 306,5 milioni (302,5 milioni nel 2007). Il cda, riunitosi ieri pomeriggio, proporrà dunque all’assemblea un dividendo di 8 centesimi per azione.
Riguardo al 2009, Fiera Milano prevede che il «grave deterioramento del quadro macro-economico a livello nazionale e internazionale possa avere ripercussioni negative sull’andamento del mercato fieristico almeno per il 2009». Per questo motivo il gruppo «esprime cautela nelle previsioni di breve periodo» e sta valutando «ogni possibile iniziativa finalizzata ad affrontare al meglio la situazione congiunturale e rafforzare la propria leadership di mercato».
Secondo il presidente di Fiera Milano, Michele Perini, oggi «siamo un gruppo rinnovato e più forte, diventato un operatore globale che opera con l’alleato Deutsche Messe in Cina e India; è partner della più importante fiera della Corea e del Mar Giallo; ha avviato accordi negli Stati Uniti a Los Angeles e in Irak a Erbil; e ha in corso trattative in paesi della sponda del Sud del Mediterraneo».
«Archiviamo un 2008 decisamente positivo, che raccoglie i frutti del processo di razionalizzazione e rilancio avviato nel 2007, con guadagni significativi in termini di efficienza e contenimento dei costi testimoniati dal forte miglioramento del Mol», commenta invece l’ad Claudio Artusi. «Il Gruppo torna all’utile ed il cda ha deciso di proporre un dividendo, che intende essere un segnale di attenzione nei confronti degli azionisti».
In sostanza, i risultati di ieri chiudono un triennio complicato per Fiera Milano. In cui il gruppo ha riconfigurato l’assetto dei due quartieri fieristici sciogliendo l’equivoco della doppia gamba espositiva, che era diventata, alla lunga, finanziariamente insostenibile: il polo espositivo ora concentrato a Rho/Pero; e la valorizzazione di Fieramilanocity nella nuova vocazione congressuale.
Ha avviato l’acquisizione delle quote di minoranza delle società controllate (Expopage, Fiera Milano International, Fieramilano Tech, Expo CTS). Ha ampliato il perimetro dei servizi (editoria tecnica, e Business International per congressistica e formazione professionale). Ha imboccato la strada dell’internazionalizzazione, culminata nell’alleanza con la fiera di Hannover. E infine ha consolidato giocoforza una politica selettiva del portafoglio fieristico, che ha migliorato il conto economico e lo stato patrimoniale. In attesa del gran risiko delle nomine, con la politica (e i suoi appetiti) che sta scaldando i motori in vista del rinnovo a breve dei vertici della spa e poi della Fondazione. Ancora qualche settimana, e si capirà chi tra Lega e le tre anime del Pdl (Forza Italia di rito ciellino, di rito berlusconiano e An) vincerà la partita.

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