Rassegna stampa

Fiere & premi anticrisi

Arriva nel corso di una recessione che coinvolge a pieno titolo la regione; e sebbene qui pronunciare la parola crisi costituisca reato di lesa maestà, è stata proprio l’involuzione immobiliare a paralizzare le gru che costellano la città. È probabile che proprio la situazione di emergenza abbia contribuito al concretizzarsi di un atteggiamento sinergico con la felice convergenza tra fiera d’arte contemporanea Art Dubai, biennale di Sharjah e presentazione del più lauto premio d’arte contemporanea del mondo, l’Abraaj Capital Art.
Art Dubai è nata nel 2007 per iniziativa dell’attuale direttore, l’inglese John Martin. Ha immediatamente ricevuto supporto e riscontro nel paese. Quest’anno si è svolta tra il 18 e il 21 marzo nel lussuoso hotel Madinat Jumeirah. 68 gallerie da 26 paesi diversi, il tutto focalizzato su questo mercato emergente ma già in fortissima espansione. Prove dello sviluppo dell’arte di quest’area e del relativo mercato sono la nascita di numerose gallerie nei paesi in questione – a Dubai da tre anni svolge un buon lavoro la galleria Third Line –, di gallerie europee e americane specializzate (tra le altre Green Cardamom e Selma Feriani a Londra, Kamel Mennour a Parigi, Kashya Hildebrand a Zurigo) e soprattutto la diffusione di gallerie con doppia sede: dall’antesignana Galleria Continua di San Giminiano, che ha precorso la tendenza aprendo anni fa a Pechino, a Sfeir-Semler ad Amburgo e Beirut, e Grosvenor Vadehra, a Londra e New Delhi.
Art Dubai non è ancora stabile per quanto riguarda le vendite; e solo un terzo delle gallerie partecipanti l’anno scorso sono tornate quest’anno, mentre per le altre è avvenuto un avvicendamento. Piuttosto qui contano la possibilità di scambio reale, di esplorare nuovi ambiti di ricerca e d’instaurare contatti con nuovi collezionisti ricchi di potenzialità e con realtà che stanno nascendo: Abu Dhabi e Doha, per esempio, avranno presto musei di arte contemporanea e di artisti e gallerie avranno bisogno. Oltre a sancire l’interesse per l’arte della regione, Art Dubai si è impegnata proprio a favorire la conoscenza reciproca tra aree culturali.
L’Abraaj Capital Art prize, finalizzato alla produzione di progetti di artisti emergenti in Medio Oriente, Nord Africa e Asia del Sud, è stato assegnato quest’anno a Carol Solomon con Zoulikha Bouabdellah, a Leyla Fakhr con Nazgol Ansarinia e a Cristiana Perrella e Kutlug Ataman; questi ultimi in particolare hanno potuto così realizzare un progetto di ampio respiro riguardante proprio l’incontro tra oriente e occidente. Confermano con convinzione questa prospettiva sui tempi lunghi le tre gallerie italiane partecipanti: Galleria Continua e Giorgio Persano, presenti sin dalla prima edizione, e Francesca Minini, prima volta a Dubai, tutte e tre con notevolissimi stand. Continua fa anche parte del comitato scientifico della fiera e si attesta una volta di più tra le gallerie più dinamiche e autenticamente cosmopolite del mondo; oltre a un’installazione di Buren condivisa con il dirimpettaio Kamel Mennour, presenta tra l’altro opere degli indiani Kapoor e Subodh Gupta; quest’ultimo proprio nella galleria di San Giminiano ha esordito pochi anni fa per poi intraprendere un percorso folgorante che ne fa oggi uno degli artisti più richiesti del mondo. Persano, di Torino, ha proposto, oltre a grandi opere di Mario Merz e di De Maria, la giovane artista afgana Lida Abdul emersa con alcuni video alla Biennale di Venezia 2005; mentre Francesca Minini propone opere recenti di Kutlug Ataman, anche vincitore del l’Abraaj Capital Art prize, e una grande installazione di Ghada Amer; entrambe riguardanti l’incontro tra oriente e occidente e la difficile sfida d’individuare un linguaggio comune.

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