
Le fiere puntano su nuovi eventi
Il 2008 è stato sostanzialmente positivo per le fiere emiliano-romagnole, con il gruppo Bologna Fiere – comprendente i quartieri di Ferrara e Modena – che ha toccato quota 132 milioni di business, più di quanto sperato in fase di preventivo (dove si erano messi in conto i mancati introiti dovuti alla perdita del Saie 2); la Spa riminese è volata a 63,1 milioni (+9,5% sul 2006, anno di comparazione vista la biennalità di alcuni eventi) mentre Parma è rimasta stabile, sui 26,5 milioni. Cesena, Faenza, Reggio e Piacenza insieme sono cresciute del 10,5% a quota 8,9 milioni. L’unica stonatura è Forlì (-28%, a quota 1,7 milioni) che, rispetto al 2006, ha incassato meno per la mancata ripetizione di iniziative che non avevano avuto il successo sperato e di un evento legato alla Lotteria Italia. Mentre fanno i conti con un 2009 che si annuncia con più ombre che luci, le fiere regionali non alzano però bandiera bianca, mettendo sul piatto investimenti, manifestazioni e piani di rientro dai disavanzi.
Pesante, ma previsto, il “rosso” bolognese: circa 5 milioni nel 2008, che la società confida di pareggiare nel 2010 con un aumento di capitale (15 milioni) e il passaggio ai principi contabili Ias. La mutata congiuntura ispira il nuovo piano triennale che il Cda approverà il 9 marzo e che sostituisce quello varato appena l’anno scorso. E poiché è inverosimile pensare a un’esplosione dei ricavi – per il triennio si stima un fatturato stabile – si dovrà risparmiare: «Almeno 8 milioni, contenendo le spese dei servizi esterni, migliorando l’efficienza del lavoro e tagliando gli sprechi», sottolinea l’ad Federico Minoli. Accantonato lo shopping immobiliare all’estero (Belgrado e India), gli investimenti riguarderanno «l’acquisizione e lo sviluppo di manifestazioni di medie dimensioni e specialistiche, l’acquisto di eventi fieristici in Russia e Cina e il restyling del quartiere», aggiunge l’ad. Una “dieta” che vede scendere gli investimenti da 38 a 26 milioni.
In stand-by la fusione con Rimini, le due fiere dovrebbero collaborare, creando una società per l’internazionalizzazione. Per il 2009, intanto, la società romagnola punta a 58,2 milioni di ricavi, migliorando del 14% i dati 2007. Allontanatasi l’ipotesi quotazione, l progetta inoltre lo spin-off immobiliare e tre nuovi eventi: nel campo dell’efficienza energetica, della nautica e delle tecnologie per lavorare il legno.
L’idea dello spin-off immobiliare si affaccia anche a Parma: «Abbiamo avuto mandato – spiega il presidente Franco Boni – per realizzare uno studio di fattibilità», ma nulla è ancora deciso. Intanto il 2009 – anno che si pronostica «poco brillante, ma non una tragedia già scritta» – vedrà l’avvio di investimenti «per 18 milioni in due anni – precisa Boni – al fine di aumentare i parcheggi, fare un nuovo padiglione, un ingresso e sale convegni: un impegno legato anche al rinnovo fino al 2016 del contratto per Cibus».
La Fiera di Forlì stima per il 2009 – anche grazie al suo “gioiello” Fieravicola – un fatturato da 2,4 milioni. E, in prospettiva, il rientro del disavanzo (317mila euro). «Puntiamo a tornare in utile nel 2011 – dice il presidente Giorgio Lombardi – razionalizzando i costi, valorizzando le potenzialità promo-pubblicitarie, lanciando nuovi eventi e utilizzando a pieno regime il Palafiera rinnovato l’anno scorso». Tra gli ultimi investimenti, dopo quelli strutturali avviati dal 2003, un impianto fotovoltaico che entrerà in funzione in primavera. Scommette sullo sviluppo anche Cesena. «Investendo non tanto sulla struttura, già oggetto di forti interventi tra 2000 e 2007 – spiega il presidente Domenico Scarpellini – quanto sulla promozione all’estero di Macfrut e il lancio di due nuove manifestazioni. Mantenere i numeri del 2008 sarebbe già positivo vista l’aria che tira».
Una sensazione che si respira anche all’estremo opposto della via Emilia: «Il 2009 – dice Raul Barbieri, direttore della Fiera piacentina – non sarà facile: eventi come Expolaser sono giovani e non è detto resistano ai venti di crisi. Molti espositori confermano la presenza, ma la sensazione è che ridurranno gli investimenti». Chiuso il 2008 con un fatturato di 2,5 milioni (+5% sul 2006) è fissata al 2011 la scadenza per il pareggio di bilancio: «Dal 2005 – conclude Barbieri – con l’introduzione di nuovi saloni, la razionalizzazione dei costi e il miglioramento delle performance, il milione di euro di passivo si è ridotto. Nel 2006 e nel 2008 si è raggiunto un risultato positivo. Negli anni dispari la perdita resta, stante la biennalità di Geofluid, ma si dimezza ogni volta».
In rassegna
5 milioni di €
Il «rosso» di Bologna Fiere
Il gruppo felsineo conta di pareggiare la perdita 2008 entro l’anno prossimo, anche grazio a un aumento di capitale di 15 milioni
+5%
Il fatturato di Piacenza
Il giro d’affari ha toccato l’anno scorso i 2,5 milioni e si guarda al 2001 come traguardo per il pareggio di bilancio.