
L’authority Efsa chiede un ruolo da protagonista
La prima valutazione ufficiale su oltre 2.800 sostanze aromatizzanti censite (arriverà quest’anno) e la prima lista di “indicazioni per la salute” consentite, vale a dire un elenco con l’impatto delle varie sostanze sul corpo umano, evitando così che si leghino a certi prodotti benefici inesistenti e, anzi, stabilendone anche le controindicazioni (arriverà nel 2010). Su quest’ultimo punto, dal 2006 sono state censite finora 7mila “indicazioni”.
Si prepara a calare questi due assi l’Efsa, l’autohority europea per la sicurezza alimentare. «È il segno che, al di là delle emergenze del momento, la sicurezza alimentare è una cosa che si costruisce giorno per giorno», afferma Catherine Geslain-Lanéelle, francese di Tolosa, 46 anni, direttore esecutivo Efsa. L’agenzia europea, che ha funzioni di consulenza scientifica, vede nell’Expo milanese del 2015 – “Nutrire il pianeta, energia per la vita” è il tema portante – un appuntamento in cui sarà tutt’altro che un comprimario, soprattutto in questa marcia di avvicinamento. «L’Expo – dice il direttore dell’Efsa – rappresenta un’importante opportunità per presentare il nostro lavoro e sviluppare le nostre relazioni internazionali. Abbiamo già preso contatti e a breve inizieremo a incontrarci con il Comune di Milano, il ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche sociali e la Commissione Ue per definire insieme iniziative e attività».
Un’opportunità, dunque, e anche un banco di prova per questa authority che al momento sembra più presente sulla scena per le critiche che per gli elogi. Tre gli appunti: lentezza; troppa parte del bilancio legata allo “staff” (400 i dipendenti) e (questa è più locale) poco feeling con il territorio in cui ha sede, quella Parma che l’ha spuntata su Helsinki e che è proprio il cuore pulsante della “Food valley” italiana. Critiche tutte rispedite al mittente.
«Rispetto al 2004, anno di inizio della nostra attività – dice Catherine Geslain-Lanéelle – abbiamo più che quintuplicato la nostra produttività. Siamo passati da 159 pareri a ben più di mille, fra pareri e relazioni. Solo per il 2009 ci siamo dati un target di mille pareri e per il 2013 puntiamo ai duemila annui». Sui tempi, «dipende dalla complessità del tema. Si può arrivare anche agli 8 mesi, come nel caso del parere sulla clonazione animale (l’Efsa non aveva del tutto chiuso la porta all’utilizzo di latte e carne da animali clonati, poi comunque bocciato dal Parlamento Ue, ndr). Sulle emergenze cerchiamo però di essere reattivi: a dicembre in due giorni abbiamo dato il parere sui rischi della diossina nei suini». Per quanto riguarda lo staff, che pesa per 38,5 milioni sui 73 del budget per il 2009, «è chiaro che sia così, perché il nostro è un lavoro di expertise e oltre al personale abbiamo 1.200 esperti esterni». Su Parma, infine, «durante la visita del presidente Napolitano a inizio mese, il sindaco Pietro Vignali ha avuto parole di grande elogio nei nostri confronti».
Di certo l’Efsa, istituita formalmente nel 2002, è all’epoca stata richiesta a gran voce, da Governi e cittadini. Del resto, dallo scandalo dell’olio di colza denaturato che all’inizio degli anni 80 sparì dopo aver causato la morte di 584 persone, il tema della sicurezza alimentare è stato sempre più alla ribalta. Nel 2008, poi, c’è stato da lavorare: dalla mozzarella alla diossina al latte cinese contaminato con la melamina, passando per la diossina nei suini e bovini irlandesi contaminati dai mangimi. «In Europa però – afferma il direttore dell’Efsa – c’è un livello di sicurezza alimentare che è fra i più alti al mondo. Occorre lavorare, ma evitando gli allarmismi».
L’Efsa – che il 18 dicembre scorso ha adottato il piano strategico 2009-2013 – ha intanto puntato l’attenzione sui risvolti della globalizzazione e sull’impatto dei cambiamenti climatici. Un peso sempre maggiore sta prendendo l’Unità rischi emergenti” (Emrisk), con risorse destinate raddoppiate fra 2008 (215mila euro) e 2009 (520mila). «Al di là di questo – precisa Catherine Geslain-Lanéelle – ci sono argomenti che teniamo costantemente monitorati, come additivi e pesticidi».
a.biondi@ilsole24ore.com