Rassegna stampa

I veneti non fanno sistema

Non suonasse molto blasfemo di questi tempi, il rapporto fra le Fiere venete si potrebbe paragonare a quello fra israeliani e palestinesi. Costrette a stare sullo stesso territorio, invitate dal mondo intero a dare vita ad un sistema unitario, in realtà impegnate quotidianamente in una guerra che negli ultimi tempi ha visto i toni alzarsi, anzichè appiattirsi come sarebbe legittimo aspettarsi.
Il bello è che lo stato di guerra non sembra danneggiare – almeno nell’immediato – i conti economici, che anzi sono particolarmente floridi. Giusto per citare le due Fiere di maggior rilievo: Verona ha chiuso un bilancio da record, Padova non ha ancora comunicato le cifre dovendo aspettare il dato globale di GL Events, il gruppo francese di controllo, ma parla di ampia soddisfazione sia nei numeri che nel fatturato, entrambi oltre il budget.
Prudentemente nei due progetti guida della nuova area centrale del Veneto – vale a dire le grandi zone di espansione economica di Venetocity da un lato e del Quadrante di Tessera dall’altro – sono ormai scomparse le indicazioni per spazi espositivi vasti che lasciavano pensare all’ipotesi di un nuovo, grande ed unico quartiere fieristico regionale. A quell’idea, ormai, non sembra crederci più nessuno dei protagonisti, neppure i più diretti interessati come Francesco Borga, presidente di Venezia Fiere, e PierGiacomo Ferrari, presidente di ExpoVenice. La nuova scelta sembra essere quella di spazi adattabili, ma meglio se storici o con un loro vissuto, in cui ospitare rassegne molto flessibili in cui a contare sia soprattutto l’altissimo valore aggiunto.
Questa filosofia, in realtà, appare come l’unico punto di incontro fra i due “gestori” delle esposizioni in un’area lagunare che, dopo avere trascurato per decenni questa opportunità, oggi improvvisamente ha scoperto di essere una vetrina di straordinario richiamo e proprio per questo si rende preziosa, e litigiosa.
ExpoVenice va sostenendo di essere l’unica società con un vero know how in materia, Venezia Fiere ribatte di non essere da meno e soprattutto di essere l’espressione delle realtà locali che contano, dal Comune alla Regione.
E con Venezia Fiere, nel ruolo oltretutto di socio forte nell’azionariato, c’è VeronaFiere che non fa certo mistero, dall’alto dei suoi risultati, di sentirsi legittimata a dettare legge sul territorio e quindi ad essere caposquadra di qualsiasi progetto di sistema vasto.
Giovanni Mantovani, dg di Verona Fiere, usa pugno d’acciaio in guanti di velluto e non preme sull’acceleratore, avendo ben capito i rischi delle sabbie mobili lagunari, ma certamente non molla l’osso consapevole com’è che Venezia può essere veramente lo spazio, anche piccolo, che fa la differenza su quel piano internazionale cui Veronafiere appartiene ormai in maniera indiscutibile.
A Venezia guarda con marcato interesse anche Dino Menarin, presidente di Fiera Vicenza, pur impegnato nel difficile cambio di pelle del ciclo delle manifestazioni orafe che coincide con l’andamento tutt’altro che florido del settore. Venezia ed il lusso si sposano decisamente bene, anzi la città lagunare è quasi un simbolo nell’immaginario mondiale di quel lusso diffuso che sembra essere il nuovo core business di chi si muove tra oro e preziosi. Ecco allora che l’alleanza tra Vicenza e Verona consolidata fra vini e gioielli si può ben muovere unita verso Venezia, con cui cercare di imbastire un dialogo unitario ma con un partner che a questo punto non può che essere Venezia Fiere. Che Padova se ne stia tranquilla a guardare questi movimenti rischiando di essere schiacciata è tutto da dimostrare e non a caso pochi giorni fa s’è consumata una sfida che già interessa i tribunali. Due manifestazioni contemporanee dedicate al segmento bike, con Padova a difendere il suo marchio con 15 edizioni alle spalle e Verona ad ospitare i vecchi promotori della manifestazione in cerca di nuovi stimoli, e spazi.
Altro che grande Fiera del Veneto, da queste parti ormai nessuno pensa più nemmeno che la vendetta sa un piatto da servire freddo. La posta in gioco è altissima ma le professionalità e le eccellenze non mancano. La partita, tutto sommato, è tutta da vedere e più che mai è auspicabile che vinca il migliore.
claudio.pasqualetto@ilsole24ore.com

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