
Fortezza cambia padrone
Un altro anno perso. Anche il 2008 se n’è andato senza che si sbloccasse il piano di rilancio di Firenze Fiera, legato alla permuta immobiliare che deve trasferire dallo Stato agli Enti locali la proprietà della Fortezza da Basso, sede del polo espositivo e congressuale.
Lo scambio, oggetto di un accordo siglato il 2 agosto scorso, è rimasto finora sulla carta, prima in attesa di un via libera informale da parte dell’Unione europea (arrivato in settembre), poi per il timore di una revisione del valore della Fortezza in relazione alla sanatoria ottenuta per alcuni padiglioni abusivi realizzati prima del 2005 e sequestrati dalla magistratura nel 2007, quando poi si è insediato il consiglio d’amministrazione che ha avviato il risanamento della società.
Il 2009 potrebbe essere l’anno di svolta, del fatidico turn around, sia per quanto riguarda le prospettive industriali che sul versante dei conti. La Regione spera che si arrivi alla firma dell’accordo in tempi brevi. La Fortezza è stata valutata 175 milioni (in cambio il Demanio riceverà undici immobili dalle Amministrazioni locali) e non sembra che la sanatoria edilizia comporterà una revisione delle cifre, ipotesi che ha tenuto in sospeso l’operazione negli ultimi mesi. In caso contrario, lo stop sarebbe lungo.
Sono in gioco investimenti per 165 milioni.
Una volta effettuata la permuta immobiliare, gli Enti locali daranno la Fortezza in concessione per 30 anni a Firenze Fiera (controllata al 31% dalla Regione e al 28% dalla Camera di commercio di Firenze), in cambio di un affitto a canone “politico” e dell’impegno a realizzare un pacchetto d’investimenti di 135 milioni, a cui si aggiungeranno i 30 milioni messi a disposizione dalla stessa Regione per aiutare il rilancio del polo fieristico: 92,5 milioni serviranno per la sistemazione delle strutture della Fortezza; 30 milioni sono stimati per la manutenzione ordinaria e altri 30 per quella straordinaria; infine 12,8 milioni è la cifra imputata agli imprevisti, sempre nei trent’anni.
Il canone “calmierato” sarà di 500mila euro all’anno, il 10% del valore di mercato, per cui è stato necessario l’avallo di Bruxelles (sia pur informale). A Questo punto non dovrebbero esserci più impedimenti.
«Firenze Fiera ha un cash flow che può diventare una leva finanziaria importante», commenta il direttore generale della società Alberto Bruschini, il cui incarico è scaduto a fine 2008 ma è stato prorogato fino a giugno 2009. L’anno scorso Firenze Fiera ha chiuso con un giro d’affari di 17 milioni, in leggera flessione rispetto ai 18 del 2007 (quando però ci fu un milione di fatturazione straordinaria come global service). Il risultato è in linea con quello del 2007: 993mila euro di perdita contro 970mila.
Se il 2008 non è stato l’anno del ritorno all’utile, le cause sono da ricercare nel peso degli ammortamenti (circa 2 milioni) necessariamente calcolati su un numero di anni limitato (l’attuale convenzione per l’utilizzo della Fortezza scade nel 2017), e nella frenata delle attività registrata negli ultimi mesi del 2008 per effetto della crisi internazionale.
La verità è che Firenze Fiera, al momento, resta una grande incompiuta. E non basterà la sistemazione delle strutture di accoglienza a riportare il polo espositivo fiorentino ai livelli che gli competono. L’attuazione del master plan messo a punto dall’architetto Francesco Gurrieri, con il passaggio da 50mila a 60mila metri quadrati coperti, è condizione necessaria ma non sufficiente. La mossa successiva sarà quella di individuare un partner privato a cui affidare la gestione del business, separando l’attività industriale dalla proprietà degli immobili. Si parla da tempo di Pitti Immagine, principale cliente di Firenze Fiera. Ma questo è un capitolo ancora tutto da scrivere.
c.peruzzi@ilsole24ore.com
I NUMERI 2008
17
Il fatturato in milioni
1,124
Il Mol in milioni
-993mila
Il risultato netto
200mila
I visitatori complessivi
24
Le fiere ospitate
250
I congressi