Rassegna stampa

La Regione tratta per partecipare a Pordenonefiere

Martina Milia
PORDENONE
La Regione potrebbe entrare nel capitale sociale di Pordenonefiere. La decisione sarà presa entro l’anno e scaturirà da un confronto tra spa pordenonese e Giunta regionale. Il consiglio di amministrazione della fiera, presieduto da Alvaro Cardin, ha avanzato la proposta all’esecutivo del Friuli-Venezia Giulia attraverso una lettera. Una proposta che non nasce tanto dall’esigenza di allargare le maglie della società, quanto dalla necessità di rivedere lo statuto e i criteri di nomina del consiglio di amministrazione.
La Regione Friuli-Venezia Giulia è uscita dal capitale della fiera quando l’ente si è trasformato in spa. Lo statuto della Fiera di Pordenone, però, prevede che la Regione, pur non avendo quote, possa nominare un consigliere di amministrazione che ha funzione di presidente. Il documento ora deve essere riscritto. La recente abrogazione dell’articolo 2450 e la modifica dell’articolo 2449 del Codice Civile cambiano le regole del gioco, ovvero non consentono più a enti pubblici di nominare componenti nei consigli di amministrazione di società in cui non detengono quote.
A questo punto per la Regione si impone una scelta: entrare nel capitale sociale per mantenere potestà di nominare il presidente oppure rimanere fuori e perdere il proprio rappresentante.
«Non si tratta di un passaggio semplice – chiarisce l’assessore regionale alle Attività produttive Luca Ciriani – anche perché non basta acquistare un’azione per avere diritto a un consigliere». Quello che alla Regione sta a cuore va al di là della nomina. «C’è la necessità che la Fiera concerti con la Regione le politiche da portare avanti, anche perché i finanziamenti per infrastrutture e beni immobili li ha sempre stanziati la Regione». Ecco perché quest’ultima intende concertare con l’ente il percorso da seguire.
Se la scelta fosse quella di entrare nel capitale sociale di Pordenonefiere, stanziando un investimento importante, la decisione aprirebbe uno scenario nuovo, che andrebbe al di là delle poltrone del consiglio di amministrazione.
La giunta Tondo, infatti, spinge perché in Friuli-Venezia Giulia si arrivi alla costituzione di un unico ente fieristico, razionalizzando costi e valorizzando competenze.
Non avendo partecipazione in alcuna delle fiere regionali (le altre due sono la fiera di Udine e Gorizia e la fiera di Trieste), oggi la Regione può solo esercitare pressioni e utilizzare il potere economico – gran parte degli investimenti immobiliari ma anche molti contributi per l’organizzazione degli eventi arrivano dalla Regione – per indirizzare le politiche delle società. La parola finale spetta comunque ai soci dei singoli enti che, se nel caso di Udine e Pordenone sono pochi e sono in prevalenza pubblici, per quel che riguarda Trieste sono numerosi.
La necessità di scegliere se entrare o meno nella compagine sociale: «Per ora si pone solo per la fiera di Pordenone – precisa Ciriani – perché è l’unica che deve rivedere lo statuto». I tempi sono ravvicinati. La Regione dovrà sciogliere le riserve entro fine anno – se deciderà di acquistare quote dovrà stanziare risorse in Finanziaria – e nei primi mesi del 2009 la Fiera provvederà alla riscrittura dello statuto. Ad aprile scadrà il mandato dell’attuale consiglio di amministrazione.

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