
Acquisti mirati e selettivi – A vincere è la qualità
L’attuale calendario delle fiere d’arte è fitto d’impegni: nelle scorse settimane il mondo del contemporaneo si è incontrato a Londra per Frieze, a Parigi per Fiac e a Berlino per Art Forum. Questo week-end è la volta di Torino con Artissima e tra tre settimane Art Basel a Miami Beach. A tali eventi si aggiungono le fiere parallele. Il tutto nell’attuale crisi finanziaria. Secondo le dichiarazioni ufficiali, nonostante i timori, i risultati hanno superato le aspettative. Ma qual è stata l’impressione dei galleristi? Su quali fiere e artisti hanno puntato i collezionisti? E le vendite?
Eigen+Art, la galleria della Nuova Scuola di Lipsia, si è espressa in modo critico verso Londra: «È stata una celebrazione della crisi. Tutti erano impegnati a parlare della situazione senza badare all’arte. A Berlino è stato un successo perché non c’erano aspettative. I ritmi rilassati, i prezzi economici della città e i vernissage paralleli hanno attratto i collezionisti». I dati delle vendite lo dimostrano: un’opera di Neo Rauch per 500mila, Ricarda Roggan per 14mila, Maix Mayer per 8mila, Martin Eder per 18mila, Tim Eitel per 32mila e Stella Hamberg per 25mila. La tedesca Arndt & Partner ha rinunciato alla fiera in casa per Frieze e Fiac: «Tra tre settimane andiamo anche a Miami. A Berlino abbiamo due gallerie e ci siamo concentrati su queste».
Concorde sui timori di Londra, comunque buone le vendite. Grande entusiasmo per Fiac, diventata molto internazionale. Qui Arndt & Partner ha presentato Anton Henning: «L’approccio è stato lento ma positivo». Opinione condivisa da tutti è la lentezza negli acquisti, calibrati e selettivi. Anche Isabella Bortolozzi ha rinunciato ad Art Forum: «Non apprezziamo l’organizzazione della fiera, partecipiamo al Gallery Week-end e all’Abc». Molto lodate, invece, Frieze e Fiac: «Jennifer Flay, direttrice di Fiac, ha sprovincializzato la fiera». A Londra Bortolozzi ha presentato Dan Voh e Stephen G. Rhodes, entrambi venduti. Contemporary Fine Arts era a Frieze, dove ha venduto lavori di Sarah Lucas e Georg Herold tra 90mila e 150mila e piccoli lavori di Daniel Richter per 30mila: «I collezionisti si sono presi tempo per pensare, ma i grandi nomi vengono venduti ugualmente». Anche ad Art Forum sono passate di mano opere di Georg Herold per 30-90mila e Daniel Richter per 25-40mila.
Yvon Lambert Paris, presente a Frieze e Fiac, apprezza la maggiore calma nelle decisioni: «Prima i collezionisti compravano in 20 secondi, oggi hanno bisogno di tempo, ma è meglio per la qualità dell’arte». Peres Project ha partecipato a tutte le fiere: «Frieze è stato il primo impatto e ne abbiamo risentito. Qui si è soliti comprare nelle prime due ore, mentre questa volta c’erano sì i collezionisti, ma non la ressa. Molti hanno riservato, ma poi non hanno comprato o comunque non il primo giorno. Anche gli sconti sono stati più alti». Venduti Mark Titchner, Dan Attoe e Amie Dicke da 5mila a 20mila, mentre un olio del 1970 con falce e martello di Warhol da 300mila è rimasto invenduto. Anche a Fiac l’approccio è stato lento. Dei tre artisti presentati sono state scambiate solo opere di Assume Vivid Astro Focus sotto i 20mila. Ad Art Forum vendite migliori grazie alla presenza di molti collezionisti in città per i vernissage. Peres Project è presente anche a Artissima con il giovane americano Dan Colen.
Silvia Anna Barrilà